Enrico Letta inizia a scorgere i primi frutti del faticoso e paziente lavoro diplomatico per rimuovere, uno ad uno, gli ostacoli che impediscono la formazione del governo. E in serata, al termine di una intensa giornata di consultazioni, il presidente del Consiglio incaricato appare più ottimista, intravedendo qualche spiraglio nella trattativa cruciale, quella con il Pdl. «È stato una discussione costruttiva, anche se restano dei nodi», dice al termine di una giornata estenuante, in cui ha avuto anche una «telefonata incoraggiante » con Silvio Berlusconi. Letta resta ovviamente prudente. Una cautela indispensabile in un negoziato in cui basta poco per far ritornare ciascuno sulle proprie posizioni. Gli scogli più pericolosi restano quelli dell’Imu e della squadra di governo. Berlusconi vuole abolire l’imposta sulla prima casa e restituirla. Scelta Civica, per non sconfessare la politica del governo Monti, si oppone. Sul fronte della squadra di governo non mancano difficoltà, ma appaiono meno insormontabili: Letta ha fatto capire che ci sarà un buon mix di politici e tecnici. E alcuni nomi considerati troppo ingombranti sembrano destinati a cadere proprio per non surriscaldare gli animi. Sul fronte interno al Pd, dove Matteo Renzi conferma pieno sostegno al tentativo di Letta, pubblicamente non si registrano scossoni, ma la tensione rimane alta. Confermano invece di voler stare all’opposizione la Lega, Sel e Fratelli d’Italia, pur se promettono un atteggiamento costruttivo. L’incontro con M5S, infine, non porta novità da parte dei grillini. Ma Letta, forte del fatto di non dipendere da loro, replica su ogni punto in diretta streaming e lancia un appello a Crimi e Lombardi: «Scongelatevi, mescolatevi. E dite a Grillo che anche Dio è morto, ma dopo tre giorni è risorto».
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