La speranza di ritrovare ancora in vita Giuseppe Tusa, milazzese di 30 anni, sottocapo della Guardia Costiera, rimasto coinvolto nel crollo della torre di controllo del porto di Genova, è durata poco più di dodici ore. Il corpo dello sfortunato giovane è stato infatti recuperato tra le macerie dell’e d i f icio, intorno alle 15.30 di ieri, dalle squadre di soccorso che hanno operato ininterrottamente nel tentativo di trovare qualche superstite. La notizia che il nome di Giuseppe Tusa appariva nell’elenco delle persone disperse era piombata in città già nella mattinata di ieri, attraverso internet. Ma ancora prima, l’atroce dubbio che “Peppe”, come era solito essere chiamato, potesse essere, proprio quella maledetta sera, nella torre di controllo, era balenato nella testa di quanti conoscevano il suo tipo di impiego. Alla volta di Genova, sono immediatamente partite ieri mattino la mamma Adele (il padre è scomparso prematuramente parecchi anni fa), e le sorelle maggiori Silvana ed Emma. Momenti di trepidante attesa, quelli vissuti da familiari, amici e conoscenti del giovane milazzese, trasformatisi improvvisamente in angoscia e disperazione, all’ufficialità del ritrovamento del corpo. Sottocapo di seconda classe della Guardia Costiera, Giuseppe Tusa era in servizio presso la sezione operativa di Genova da circa cinque anni, stazionando nella torre di controllo, all’ingresso del porto. Una carriera cominciata con il servizio di leva presso la Capitaneria di Porto di Milazzo, e proseguita, una volta divenuto effettivo, nei porti di Termini Imerese e Ravenna, fino all’ultima destinazione nel capoluogo ligure. Una vita divisa tra il lavoro quotidiano e la grande passione per la musica. Quando smetteva i panni da militare infatti, Peppe diventava Giuppy Black, nome d’arte col quale era conosciutissimo per la sua attività di dj non solo nei locali cittadini, ma anche della provincia di Messina. Un hobby che lo aveva portato a collaborare con un’e t ichetta discografica nazionale, oltre che a realizzare dei programmi radiofonici di successo a livello locale. L’ultima a sentirlo al telefono pare sia stata la fidanzata Giusy, avvocatessa di Milazzo, poco prima delle 23, presumibilmente a distanza di una manciata di minuti dall’impatto fatale della nave cargo “Jolly Nero” con la torre di controllo. «Sto uscendo dal lavoro, ti richiamo dopo». Sarebbero state queste le ultime parole di Tusa, che aveva appena finito il proprio turno e si apprestava a lasciare l’edificio. Ma non aveva fatto i conti con un destino beffardo quanto tragico. E le parole di speranza, affidate alla sua pagina Facebook da parte dei tantissimi amici, prima del drammatico epilogo, hanno rapidamente lasciato spazio alle innumerevoli testimonianze di affetto e cordoglio nei confronti di un giovane pieno di vita, sempre col sorriso sulle labbra e benvoluto da tutti. Ed è così che lo vogliono ricordare quanti oggi piangono la sua scomparsa, immaginandolo già all’opera “A l t r ove”. “E adesso – scrive un amico sul noto social network – fai ballare gli angeli in cielo”.