Perché dico «no» al concorso – di Anna Mallamo Era ora. Quali che siano le ragioni della Rai per non ospitare più il concorso di Miss Italia, viene da complimentarsi col servizio pubblico, che – si sa – è tenuto a dare qualcosa di più di un rastrellamento di ascolti: la sua è ancora una funzione in qualche modo di orientamento, di critica, di “educazione”. E non dispiacciono le parole del presidente Tarantola che auspicava un modo diverso di porgere l’immagine della donna. Inutile girarci attorno:un concorso di bellezza – perché di questo trattasi, al netto di tutte le chiacchiere su “valutazione della personalità” e di presunti talenti –appare, oggi, alla sensibilità di molti (e molte) una cosa davvero superata e anche in qualche modo sgradevole. Un confronto, anzi –diciamolo con chiarezza – una gara fondata solo ed esclusivamente sull’appeal fisico. Proprio l’opposto di quello che cerchiamo con fatica di costruire, da donne – donne che studiano, che lavorano, che pensano – in un mondo in cui il potere dell’immagine è schiacciante e talora insensato. Né vale l’obiezione dei “volti nuovi” da scoprire per cinema e tv: non nel mondo dei talent, di YouTube, dei reality. Ciao Miss Italia. Non ci mancherai.
Perché dico «sì» al concorso - di Tonio Licordari La rinuncia di Miss Italia da parte di Raiuno non significa che il concorso, radicato ormai nel tessuto nazional-popolare del Bel Paese, sparisca. Anzi ha basi solide per continuare non solo per i suoi 74 anni di storia ma per quello che rappresenta nel costume italiano. Dal 1939 Miss Italia ha fatto conoscere e valorizzare grandi donne che si sono affermate nel cinema, nella moda, nella televisione, costituendo, soprattutto negli ultimi 20 anni, un veicolo promozionale e un’occasione di lavoro per tante ragazze che hanno trasformato “un gioco d’estate” in una rampa di lancio per il futuro. Miss Italia ha cominciato la sua avventura senza la Rai, ha attraversato la fase difficile di femminismo degli anni 70, ha coinvolto lungo il suo glorioso percorso scrittori e uomini di cultura, ha saputo interpretare l’effimero con serietà e successo. Mai uno scandalo, soprattutto nell’era-Mirigliani iniziata nel 1959. In tutti i Paesi esiste il concorso di bellezza e il marchio della Miss. Sbaglia chi continua a ripetere che la rassegna mortifica la dignità della donna. Tutt’altro. Miss Italia col calcio, Sanremo e la Ferrari è uno degli eventi nazional-popolari più amati dagli italiani. Per questo avrà comunque lunga vita.