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Governo in ritiro:
"E' ora di fare spogliatoio'"

I ministri hanno lasciato Palazzo Chigi diretti all'Abbazia di Sarteano. A bordo di un pulmino grigio e con alcune macchine di scorta membri del governo hanno lasciato la sede dell'esecutivo diretti al conclave voluto da Enrico Letta per "fare spogliatoio".

"Il governo in partenza per la due giorni di lavoro". E' la scritta che compare nell'ultimo tweet dell'account della Presidenza del Consiglio. Sotto la frase compare una foto in cui si vede il pulmino grigio con cui i ministri stanno raggiungendo l'abbazia di Sarteano uscire dalla sede del governo. Non tutta la squadra è a bordo. Alcuni ministri come Angelino Alfano raggiungeranno l'abbazia con mezzi propri perché avevano impegni in altre città.

"Parleremo di tutto". così il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni risponde, arrivando all'abbazia di Spineto per il 'ritiro' del governo, ai giornalisti che gli chiedono se nell'incontro si scioglieranno i nodi per l'approvazione del rinvio dell'Imu.

Non sarà una scampagnata. Letta ha preparato un programma bello denso per i suoi ministri, al ritiro di oggi e domani all'Abbazia di Spineto, a Sarteano nel Senese. Appena arrivati, ci si mette subito al lavoro, poi cena (sobria) e altro lavoro dopo cena. Domani sveglia presto e alle 8 già in riunione, fino a mezzogiorno. Chi sperava in passeggiate sui dolci colli toscani o in partite di pallavolo o subbuteo di sapore morettiano, resterà deluso. Il "nerd" Enrico Letta userà il ritiro di Spineto per discutere con i suoi ministri e farli discutere fra di loro sui dossier più scottanti del governo. L'obiettivo è "fare squadra, fare spogliatoio", ha detto il premier.

Il ritiro è riservato al premier, ai 20 ministri e al sottosegretario alla presidenza del consiglio. Viaggio in pullman tutti insieme, niente auto blu che fanno tanto casta. Niente famiglie, niente segretarie, portavoce e portaborse. Abbigliamento informale, pasti con specialità toscane, salumi di cinta senese e Brunello di Montalcino. E ognuno si paga il conto.

La stampa resterà fuori dall'Abbazia, sistemata in una dependance esterna. L'intera abbazia sarà riservata al governo, nessun cliente esterno ammesso, solo personale di servizio. Sono previsti tre incontri con i media, all'arrivo, prima di cena e al termine. Ma per il resto del tempo, i ministri resteranno isolati e fra di loro, protetti dalle antiche mura dell'XI secolo e dal silenzio dei boschi e dei prati intorno. Nelle sale dei monaci, ogni ministro dovrà portare le sue proposte per i primi 100 giorni, come ha chiesto Letta. Le priorità sono tre: casa, lavoro e riforme istituzionali. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni (Bankitalia) dovrà spiegare cosa fare dell'Imu, che il Pdl vuole abolire, spiegare dove trovare le risorse sostitutive, proporre incentivi per ristrutturazioni e risparmio energetico. Il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato (Pd), quello del Lavoro Enrico Giovannini (Istat) e quello delle Infrastrutture Maurizio Lupi (Pdl) metteranno sul tavolo le loro idee per far ripartire l'economia, risolvere le emergenze della cassa integrazione e degli esodati, creare lavoro per i giovani (il vero pallino di Letta). L'obiettivo è tracciare una politica nazionale che permetta di gestire e non subire le direttive Ue. Al ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello spetta il delicatissimo dossier delle riforme istituzionali, in particolare quella della legge elettorale, già fallita nella passata legislatura, ma diventata indispensabile dopo il pasticcio uscito al Senato. Il ministro all'Integrazione Cecile Kyenge (Pd) metterà sul tavolo la legge sulla cittadinanza, il ministro alle Pari Opportunità Josefa Idem (Pd) il riconoscimento delle unioni omosessuali, entrambe cercando consensi a destra. Siria, Medio Oriente, Maghreb e Somalia, oltre alla questione dei marò, saranno i temi del ministro degli Esteri Emma Bonino.

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