Sabato 23 Novembre 2024

Fiom in piazza
aderiscono M5S e Sel

C'è il solito nutrito gruppo di intellettuali che gravita attorno a Micromega, tra cui anche Andrea Camilleri con il suo 'Montalbano' e Fiorella Mannoia. Ci sara' Gustavo Zagrebelsky, Emergency con Gino e Cecilia Strada, il Gruppo Abele, Don Ciotti e poi Antonio Ingroia per Azione Civile, Stefano Rodota', Nichi Vendola e una rappresentanza di parlamentari del M5S. Tutti a sostenere la Fiom che manifesta per il lavoro, quello che manca in Italia, e poi pensioni e il reddito di ''piena cittadinanza di inoccupati, disoccupati e studenti''. Sindacato che invita tutte le forze politiche all'iniziativa per cercare quella 'larga intesa' in difesa dei diritti, della democrazia e della Carta. All'appello manca pero' ancora la risposta di Guglielmo Epifani che questa volta si trova alle prese con le 'riottose' tute blu della Cgil non piu' in qualita' di leader sindacale ma di segretario del Pd.

''Abbiamo contattato Epifani ma ancora aspettiamo uno risposta'' ha sostenuto il segretario dei metalmeccanici, Maurizio Landini, ancora poche ore fa a Linea Notte. Ne', a sentire la Fiom, questa mattina e' arrivata ancora alcuna risposta. Ci sara' invece una delegazione dei Cinque Stelle che vedra' il senatore Francesco Campanella, i deputati Claudio Cominardi, Davide Tripiedi e Dino Alberti e un corposo gruppo del movimento romano. I capigruppo Roberta Lombardi e Vito Crimi non ci saranno, perche' impegnati per la campagna per le comunali, ma c'e' la loro formale adesione in una lettera scritta al segretario Maurizio Landini. Missiva in cui i due parlamentari ringraziano a nome dei gruppi e promettono un ''impegno concreto'' dei cinque stelle ''sulla base di progetti condivisi e comuni''. Anche Don Ciotti ha inviato alla Fiom una lunga lettera: ''anche se non fisicamente sappiatemi con voi con il cuore e l'impegno. Dobbiamo camminare insieme'' scrive a nome del Gruppo Abele e di Libera.

C'e' pure Andrea Camilleri che firma l'appello su Micromega per la mobilitazione e lo fa anche 'a nome' della sua creatura letteraria, il commissario Montalbano, che difende: lui potrebbe apparire un 'privilegiato', lavoratore dipendente pubblico con contratto a tempo indeterminato e invece, osserva, ''fa solo parte di una generazione di uomini e donne per cui il lavoro era un diritto e un dovere''. E poi e' lo stesso Montalbano a rispondere ne 'Una voce di notte': ''Io - e' la battuta del Commissario -sono preoccupato non per la mia carriera, ma per il mio Paese Ma che Paese siamo diventati? Questo e' un paese dove un ministro dice che con la mafia si deve convivere?''

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