I numeri della tassa di soggiorno cominciano a “sorridere” alle casse comunali. Stando ai conteggi del mese di aprile, Palazzo dei giurati ha incassato lo scorso mese 101mila e 908 euro. Un balzo consistente questo se si pensa che a febbraio 13mila e 208 euro sono stati incassati, a marzo, invece, incamerati 45mila e 942 euro. Fino a questo momento, nel mese in corso, si parla inoltre di 56mila 160 euro introitati. La “prova del nove” sarà adesso, ovviamente, quella dell’ormai imminente stagione turistica. Peraltro non sono affatto tramontati i malumori tra gli albergatori di Taormina, che notoriamente non hanno gradito l’imposta, in vigore dal 1. gennaio scorso nella “Perla”. Proprio gli operatori economici auspicano che, magari dal 2014, possa essere messa in discussione l’esistenza del balzello. Le tariffe, ricordiamo, partono da 2,50 euro per gli hotel a 5 stelle e si abbassano in maniera graduale per gli altri alberghi. Nel dettaglio il pagamento avviato il mese scorso è di 2,50 euro per gli alberghi categoria top-lusso, 2 euro per i quattro stelle, un euro e 50 centesimi per i tre stelle e un euro per tutte le altre strutture. Va detto che, sino allo scorso marzo (e in qualche caso sino alla prima decade di aprile), diverse strutture erano rimaste chiuse e quindi ciò ha fatto scattare in ritardo l’avvio dell’iter di applicazione del tassa. Ora che siamo alle porte di giugno è tutto un altro discorso. Gli albergatori lamentano la problematica sia in termini di ricaduta economica, perché alcuni turisti non hanno fatto mistero di non gradire la tassa, sia anche per la necessità materiale di procedere ogni giorno ai relativi conteggi sul balzello da applicare, in un contesto nel quale l’attività complessiva alla quale è chiamata il personale si è cosi vista aggiungere un altro “onere.” Gli operatori economici, ricordiamo, hanno anche dovuto seguire un apposito corso di formazione sulle procedure da adottare. Tra gli albergatori prevale sin qui la convinzione che anche se la tassa è identicamente in vigore in altre località, si potrebbe o dovrebbe rivedere la situazione senza omologare Taormina alle mete ricettive concorrenti. Anche qualche tour operator avrebbe espresso perplessità sulla tassa. Gli introiti, in ogni caso, dovrebbero essere destinati al finanziamento di interventi in campo turistico, recupero di beni culturali e ambientali e promozione della cittadina. La cosa fondamentale, che gli albergatori ma anche i cittadini si augurano, è che gli incassi della tassa di soggiorno vengano infatti destinati rigorosamente per migliorare i servizi e diverse piccole grandi cose che fanno la differenza nella qualità dell’offerta ricettiva della meta Taormina: per migliorare i servizi e l’arredo urbano. Ambiti specifici questi che, tradizionalmente, fanno la differenza nella qualità della proposta di una destinazione sul mercato non solo italiano ma internazionale per una località rinomata come la “Perla dello Jonio”. Secondo le stime a suo tempo fatte, a fine anno il Comune dovrebbe poter conteggiare dalla tassa di soggiorno una cifra che si aggirerebbe intorno a un milione di euro. Una somma, per l’appunto, abbastanza sostanziosa e con la quale si dovranno poi pensare e programmare interventi mirati per il turismo.
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