Non ha favorito la circolazione delle informazioni all'interno dell'ufficio il procuratore di Palermo Francesco Messineo. E "conseguenza di questo difetto di coordinamento sarebbe stata la mancata cattura del latitante Matteo Messina Denaro". Lo scrive il Csm nell'atto di incolpazione, citando l'accusa del pm Leonardo Agueci.
Il procuratore di Palermo Francesco Messineo invitò il suo sostituto Verzera che indagava per usura bancaria a "soprassedere, in attesa di ulteriori acquisizioni" all'iscrizione nel registro degli indagati dell'allora direttore di Banca Nuova Francesco Maiolini, a lui legato da "rapporti di amicizia". Rapporti continuati anche durante l'indagine della procura di Palermo e così consolidati che Messineo in passato aveva chiesto e ottenuto da Maiolini "un posto di lavoro per suo figlio". Lo scrive il Csm nell'incolpazione.
Alla procura di Palermo c'era il "sospetto" che il capo Francesco Messineo "avesse perso piena indipendenza"nei confronti di Antonio Ingroia o che ci fosse comunque con lui un "rapporto privilegiato" ("peraltro successivamente ammesso" dal diretto interessato) che avrebbe determinato un suo "condizionamento". Così il Csm nell' incolpazione, che in questo quadro inserisce anche il fatto che Ingroia tenne per 5 mesi le intercettazioni che riguardavano Messineo, prima di trasmetterle a Caltanissetta.
Le intercettazioni in questione, che poi hanno dato luogo all'indagine della procura di Caltanissetta a carico di Messineo archiviata oggi dal gip,risalgono al giugno 2012 e furono "conosciute dal dott. Ingroia presumibilmente sin da allora", nota il Csm; tuttavia la Procura di Caltanissetta venne "informata soltanto nel novembre 2012, ovvero soltanto pochi giorni prima" che Ingroia "lasciasse l'incarico di aggiunto presso la procura di Palermo".(ANSA)
Caricamento commenti
Commenta la notizia