Au se eu te pego e Gangnam Style, Macarena e Balada. Gli esempi di tormentone negli ultimi anni non mancano. Brani che risuonano - senza volere - nella testa di tutti, grandi e piccini, e che sono accomunati da un piccolo segreto, anzi tre: facilità di memorizzazione, melodia semplice, lunghezza non superiore ai 3 minuti. Parola di esperto. E l'esperto in questione è Max Moroldo, di professione "cacciatore di tormentoni".
E' lui, presidente di Made in Etaly, prima società italiana a contare nel suo staff tre professionisti certificati da YouTube, la mente che ha portato allo straordinario successo del 2012, quel Pulcino Pio che l'estate scorsa ha sbancato dal web alle radio, scatenando una vera e propria febbre che ha mosso un giro d'affari di oltre un milione di euro. Niente male per una 'canzoncina' che è stata tradotta in 18 lingue ed è stata premiata con il disco multi platino. Ora Moroldo è al lavoro per tentare un nuovo 'colpaccio' e scovare la hit del 2013, costringendo tutti noi a canticchiarla sotto la doccia. "I tormentoni di quest'anno seguiranno due filoni - profetizza il talent scout che ha come terreno di caccia il web - quello pseudo latino, con il Brasile ancora in pole con i suoi cavalli di razza Michel Telò e Gusttavo Lima, e quello italiano. Noi puntiamo sui Flaminio Maphia con la loro 'Alla grande (praticamente in mutande)'. Il brano del duo rap è una parodia della situazione italiana: tutti a parlare di crisi, ma nessuno pronto a rinunciare all'ultimo smartphone o alla vacanza esotica.
Con il rischio, neanche tanto lontano, di finire in mutande". Una canzone (e una clip) ironica che non rinuncia a strizzare l'occhio al già famoso pulcino con un'incursione del giallo animaletto sia nel testo che nel video. "Personaggi come Cecchetto e Fiorello lo hanno già incoronato brano tormentone, ma non ci fermiamo qui: stiamo per lanciare un nuovo capitolo del Pulcino, Il pulcino cha cha cha. Ma ci sono altri 2-3 brani che potrebbero dire la loro, canzoni pop-dance, con un ritorno alla musica festaiola di fine anni Ottanta primi anni Novanta".
Per il toto-tormentone vale dunque la pena segnarsi 'Sole di festa' di Ally ("una ragazza scovata nel web") e 'Alfonso' di Levante ("non è nostro, a dimostrazione che anche la concorrenza si muove in questo settore"). Ma come si fa a scrivere una canzone che diventi un fenomeno? "Non si può fare a tavolino - spiega ancora Moroldo -, se lo fai così è sicuramente un flop. E' qualcosa che rispecchia il momento in cui si vive. E deve piacere alla gente, è la Rete che decreta il successo. Non le radio, non i mass media. Ma certo ci deve essere dietro un gran lavoro di pianificazione per un fenomeno che non è solo musicale, ma sociale". Il re Mida del tormentone, però, ammette di non avere sempre trasformato in oro tutto quello che ha toccato. "Ho fatto diversi errori. Il più grave forse è stato 'Papi Chulo'. La prima volta che l'ho ascoltato ho pensato 'che schifo'. Quanto mi sono sbagliato... Anche con il Pulcino pio stavo per fare un errore. La prima volta l'ho sentito da mio figlio che l'aveva imparato in un club estivo per bambini, senza dargli troppo credito. Poi mi sono ritrovato a canticchiarla per due giorni. Al contrario ero convintissimo che 'Chiki chiki' di Rodolfo Chikilicuatre del 2008 avrebbe sfondato e invece... Non è facile distinguere ciò che piace o non piace a te da quello che può diventare un fenomeno. Prima di puntare su una canzone ascolto 30-35 secondi per 10-15 minuti consecutivi. Se provo fastidio, ma la canticchio, allora ha delle potenzialità".
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