"Il primo settembre 2004, tra le 11.45 e le 11.50, in via La Bruna, a Mazara del Vallo, Denise Pipitone scompare. In quel momento era affidata alla nonna materna e giocava per strada. Poi, improvvisamente, il buio". E' iniziata così, davanti il Tribunale di Marsala, la requisitoria nel processo per il sequestro della piccola Denise Pipitone. Imputata è la "sorellastra" Jessica Pulizzi, 26 anni, oggi presente in aula dopo una lunga assenza, accusata di concorso in sequestro di minorenne. Di false dichiarazioni al pm risponde invece l'ex fidanzato di Jessica, il tunisino Gaspare Ghaleb, 28 anni.
Il Pm Sabrina Carmazzi, che sostiene l'accusa assieme alla collega Francesca Rago, ha parlato di "bambina strappata inumanamente ai genitori" e di "indagini condotte in un segreto istruttorio spesso scambiato per inerzia". "Tra i soggetti che non dimenticheranno mai - ha aggiunto nella sua requisitoria - non può non essere ricompresa Jessica Pulizzi, che il 26 ottobre 2000 apprende della nascita di Denise. Dal suo punto di osservazione, l'ultima arrivata poteva sottrarle l'affetto del padre (Piero Pulizzi, padre naturale di Denise, ndr). Jessica, il primo settembre 2004, sapeva che Denise era figlia di suo padre". Il Pm ha poi ricordato la "telefonata di Jessica a Piera Maggio (madre di Denise, ndr), alla quale dice: 'Come abbiamo sofferto io e mia sorella Alice deve soffrire anche tuo figlio Kevin'.
Il padre, quando viene a saperlo, la sgrida, continuando a negare di essere il padre di Denise. Una lunga serie di bugie". L'accusa ha quindi continuato a ripercorrere l'intera vicenda e i conflitti familiari originati dal rapporto sentimentale tra Piero Pulizzi e Piera Maggio, evidenziando anche una serie di incongruenze nelle dichiarazioni di Jessica che "gelosa come una moglie - ha detto il pm - spesso transitava dalla strada dove abitava Denise nonostante quella via non fosse di passaggio". (ANSA)