Un monumento per ricordare Pino Cazzolato e Franco Licardari, i due giovani praiesi scomparsi tra i flutti 30 anni fa e per tutte le vittime del mare. Un piccolo sacrario che svetta lungo la costa tirrenica cosentina, nel comune di Praia a Mare, di fronte l’isola di Dino, concepito coi canoni moderni dell’arte ma che dell’arte rivendica la sacralità di sempre, tesa ad esaltare nelle forme e nei suoi simboli un valore eterno di cultura e civiltà, cioè di vita. L’opera, ideata dall’artista Salvatore Pepe, è stata eretta con l’ausilio accorto e volontario di maestranze locali, è formata da due vele di cemento (rivestite di marmi policromi) che si levano decise sopra lo sfondo mobile del mare di Praia e del verde di macchia che adorna la sua spiaggia. Sulla faccia di levante, righe celesti solcano un mare su cui posa, tranquilla, l’isola di Dino; mentre, in alto, due simboli di pace, un gabbiano ed una stella, si librano sereni dentro un etere, che promette chiaro un sogno di bellezza ed una fiducia franca nel domani. Sulla faccia di ponente, sopra lo stesso quadro dell’isola di Dino, si ergono invece due figure umane, slanciate e speculari, che sono avvinte dalle onde come lingue di spuma e levano un braccio in alto, come un conato estremo di umana disperata salvazione. Due facce, quasi, d’un simbolo totemico che, come un Giano bifronte, riassume in sé la vita e la morte: l’aspetto placido e sereno d’una natura madre e quello, invece, subdolo e insidioso d’una natura matrigna; dove il solo mezzo di riscatto, riservato all’uomo, consiste appunto nel culto della memoria. Per ricercare, nel sacrificio dei vinti e dei dispersi, una sorgente immutata di speranza nel domani, per chiunque verrà. L’inaugurazione il 23 giugno.
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