La Regione ha un debito di 5 miliardi e 385 milioni: in pratica ogni siciliano è esposto nei conti regionali per 1.077 euro. Il dato, lievemente superiore a quello dell’anno scorso, emerge dalla relazione della Corte dei conti per il giudizio di parificazione del consuntivo della Regione per il 2012. La Corte esprime critiche su alcune operazioni finanziarie in derivati e sulle condizioni dei rapporti con le banche destinate a peggiorare. Le agenzie internazionali hanno infatti declassato, a partire dal 2011, i rating assegnati alla Regione. Hanno pesato, dice la Corte, il «deterioramento della performance operativa della Regione » e le «previsioni negative sull'andamento economico nazionale e regionale». L’udienza pubblica si è tenuta nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza. Il presidente delle Sezioni riunite della Corte dei conti in sede di controllo per la Regione siciliana, Maurizio Graffeo, ha presieduto l’udienza e il consigliere, Anna Luisa Carra, ha letto la relazione introduttiva. Il vice procuratore generale della Corte dei conti, Maria Aronica, ha svolto le funzioni di pubblico ministero pronunciando la requisitoria di rito. Aronica ha evidenziato che la Regione, nell’ambito del processo di riduzione e razionalizzazione della spesa, sulla scia delle leggi statali relative alla “spending review”, ha individuato alcuni settori strategici, come i contratti pubblici di beni e servizi, la riorganizzazione funzionale della Regione e il personale, al fine di introdurre misure per il contenimento della spesa. In ordine alla gestione della massa dei residui attivi, al fine di assicurare il rispetto sostanziale del principio di equilibrio di bilancio, è stato rilevato che occorrerà, innanzitutto, procedere a ricostituire il fondo accantonamento avanzo, già obbligatorio per gli enti locali a decorrere dal 2012 (fondo svalutazione crediti).