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Napolitano difende
Letta e Saccomanni

"Assurdo" non riconoscere che il Governo ha portato a casa buoni risultati dal Consiglio europeo di Bruxelles, così come sarebbe assurdo pensare che il ministro del Tesoro Saccomanni possa affrontare "le difficoltà molto serie" della crisi italiana con "la bacchetta magica", quasi promettendo miracoli che nel mondo della politica economica non esistono. Giorgio Napolitano si trova a Zagabria per festeggiare la 28/ma stella sulla bandiera dell'Unione europea e osserva con distaccato ottimismo le fibrillazioni nostrane lasciando capire che per ora le quotidiane polemiche (come quella scaturita dall'intervista di Pietro Grasso) si scioglieranno sotto il sole estivo. Ma, quasi a smentire la fiduciosa analisi del capo dello Stato, irrompono a sorpresa le dichiarazioni dell'ex premier - e partner di maggioranza - Mario Monti che alza i toni: "mi sento in dovere di affermare che, senza un cambio di marcia, non riteniamo di poter contribuire a lungo a sostenere una coalizione affetta da crescente ambiguità". Venticelli estivi di crisi che non scalfiscono la difesa a tutto campo del Governo, sia delle mosse europee di Enrico Letta che di quelle interne del suo ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni. In sostanza Napolitano plaude al realismo del ministro del Tesoro facendo capire - ed è un messaggio diretto soprattutto al Pdl, ma non solo - che non è il momento di fughe in avanti o di bruschi allontanamenti dalla strada del rigore europeo. Ragionamento tanto più valido, per il presidente, in occasione di un importante evento europeo come quello dell'ulteriore allargamento della Ue. Ecco perché e bene riportare i concetti di Saccomanni nell'intervista di ieri al Corriere della sera che tanto sono piaciuti a Napolitano. "Riduzione della spesa pubblica", onorando però gli impegni del debito pubblico. Anche perché senza l'Europa sarebbe peggio: "ogni anno emettiamo 400 miliardi di titoli, un obbligo che sarebbe lo stesso se non fossimo nell'Ue e non ci fosse il Fiscal compact, anzi sarebbe peggio, perché l'Italia dovrebbe conquistarsi da sola la credibilità sui mercati", spiegava Saccomanni aggiungendo che il Governo vuole "ridurre le spese correnti ma non è un lavoro che consenta nel giro di poche settimane di reperire miliardi di euro come se avessimo la bacchetta magica". Con questa crisi l'Europa "non può più promettere miracoli", per cui, osserva il presidente, bisogna muoversi con realismo per far convergere la Ue sulle priorità di crescita e lotta alla disoccupazione giovanile. Innegabile quindi riconoscere che l'Italia a Bruxelles ha raggiunto "risultati molto significativi". "Sarebbe assurdo - ha commentato da Zagabria - non riconoscere il ruolo che ha avuto l'Italia nello spostare fortemente l'accento su questi temi". (ANSA)

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