Sabato 16 Novembre 2024

L'ambasciata italiana
piena di "cimici"

Non solo l'Italia era pienamente "un obiettivo" della gigantesca operazione americana di spionaggio messa in piedi dalla Nsa, ma gli 007 Usa erano arrivati a piazzare anche delle cimici nell'ambasciata italiana a Washington. Le ultime clamorose rivelazioni sono state pubblicate stasera sul sito del Guardian, che cita documenti fatti filtrare da Edward Snowden, l'ex analista dell'agenzia americana e talpa del Datagate. Nel giorno in cui l'Europa, infuriata per le notizie sul sistematico spionaggio delle sue istituzioni, ha minacciato di far saltare i negoziati di libero scambio con gli Stati Uniti se tutto fosse confermato, si svela anche l'attenzione molto particolare che l'intelligence americana riservava - e probabilmente continua a riservare - al nostro Paese. E' stato prima lo Spiegel, sempre con documenti targati Snowden, a rivelare come la Nsa - attraverso il programma Boundless Informant - spiava sistematicamente le comunicazioni anche in Italia e Francia, seppur in dimensioni ridotte rispetto alla Germania: in un grafico pubblicato sul settimanale tedesco, si può osservare la curva delle intercettazioni dei metadati telefonici dall'Italia, che tra il 10 e il 19 dicembre 2012 si aggiravano costantemente intorno ai 4 milioni al giorno, per poi calare rapidamente fino ad arrivare a zero il 25 dicembre.

Intanto e' gelo tra Europa e Stati Uniti per lo scandalo Datagate. E a rischio ora finiscono addirittura le trattative tra le due sponde dell'Atlantico per costruire l'area di libero commercio più grande del mondo. Dovevano iniziare presto, ma "non si possono cominciare" se c'é "anche il minimo dubbio" che gli Usa hanno spiato e forse continuano a spiare la Ue (ma anche la Germania e, forse, la Bce), minaccia la vicepresidente della Commissione, Viviane Reding. Mentre da Berlino fanno notare che lo spionaggio "si fa tra nemici" e tutto questo fa ripiombare il Continente in un "clima da guerra fredda".

Dopo la lettura sullo Spiegel dei documenti fatti filtrare da Edward Snowden, Bruxelles, Berlino e Parigi hanno chiesto "immediate spiegazioni" a Washington. Ma in Europa sembra difficile giustificare con le esigenze dell'antiterrorismo l'infiltrazione nelle reti informatiche delle istituzioni comunitarie, la registrazione di milioni di telefonate e l'aver messo nel mirino non solo gli uffici Ue in America e a Bruxelles ma anche in maniera massiccia la città di Francoforte, sede della Banca Centrale Europea e della Bundesbank, oltre che dei maggiori istituti di credito tedeschi. E mentre nei palazzi europei monta la furia, da Washington arriva solo un imbarazzato silenzio. I servizi segreti italiani invece smentiscono seccamente l'altra rivelazione fatta - ma poi ritirata - dal 'Guardian', secondo la quale l'Italia, assieme ad una serie di altri paesi europei, avrebbe collaborato attivamente con gli Usa, fornendo dati personali. "Falsità" veicolate da "un personaggio inaffidabile", le definiscono fonti dell'intelligence italiana. Che precisano come la collaborazione con gli Usa sia sì aumentata dopo l'11 settembre 2001, ma "riguarda la difesa del nostro Paese da azioni terroristiche e dei nostri contingenti all'estero, non certo la raccolta e la condivisione di banche dati personali, che peraltro è anche vietata dalla nostra legge".

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