La 67.ma edizione dei Nastri d’Argento – il più antico premio cinematografico d’Europa, secondo solo agli Oscar – verrà ricordata come la celebrazione di Giuseppe Tornatore, ma anche per aver dato voce alla protesta del mondo del cinema, levatosi compatto in difesa del tax credit, e proprio nel giorno in cui il ministero dei Beni culturali ha inviato alle Camere i dati ufficiali da cui quali emerge un quadro del settore di piena emergenza. Durante la calda serata di luglio condotta dalla giornalista Laura Delli Colli – presidente del Sindacato nazionale dei giornalisti cinematografici italiani – il pubblico delle grandi occasioni ha celebrato al Teatro Antico di Taormina il cineasta siciliano che con “La migliore offerta” ha raccolto ben sei riconoscimenti, partendo da un bottino di nove candidature, compreso quello per la regia del miglior film. Gli altri premi per la produzione (Isabella Cocuzza e Arturo Paglia), la scenografia (Maurizio Sabatini e Raffaella Giovannetti), i costumi (Maurizio Millenotti, che ha vinto anche per “Reality” di Garrone) e montaggio (Massimo Quaglia). A proposito del suo successo, Tornatore (da sempre Peppuccio per gli amici) ha detto: «Non c’è una ricetta per il successo ma l’importante è non girare film con l’unico obiettivo di vincere dei premi perché è il modo migliore per raccogliere un fallimento». Poi ha anunciato: «Ho già un progetto nuovo a cui sto lavorando, farò un nuovo film che non sarà “Leningrado”, per quanto anche quello è ancora in piedi. Lavorerò con la stessa produzione, speriamo di cominciare a girare l’anno prossimo.
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