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La disperazione
dei 42 ex Standa
«Siamo disposti
a vendere un rene»

Sono disposti a tutto, anche a privarsi di un rene, per venderlo e aiutare le loro famiglie; sono disperati e senza alcun sostentamento. E visto che nessuno vuole ascoltare il loro appello, sono pronti a fare anche un gesto clamoroso. Sono i 42 lavoratori che, fino al 2002, erano operativi presso i supermercati Standa della provincia di Messina. Sono passati dalla perdita del posto di lavoro, dal 2006, alla cassa integrazione fino alla mobilità. Poi la mobilità in deroga, fino al 31 dicembre 2012, con 400 euro al mese. Dall’inizio del 2013, sono senza nemmeno questo sostentamento, pur se era stato previsto fino al 2015; senza soldi e quel che è peggio, senza lavoro, senza prospettive, senza niente. Nonostante si trovino in condizioni disperate, tra problemi di salute, economici e morali, hanno continuato a lanciare i loro appelli, al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al prefetto Stefano Trotta e anche al precedente, Francesco Alecci; poi anche ai sindaci, chiedendo loro un aiuto per un reinserimento al lavoro, soprattutto nei tanti supermercati ed ipermercati che hanno aperto i battenti in provincia. Niente da fare. Ora non resta loro da fare che un gesto estremo, poiché da sette mesi sono senza alcun aiuto economico. Hanno deciso di vendere un loro organo, per poter dare un sostegno economico alla propria famiglia e lanciare un segnale di speranza ai tanti colleghi che hanno riposto la loro speranza nelle istituzioni.

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