Lunedì 23 Dicembre 2024

Da Papa Francesco
parole di Verità

di Anna Mallamo

C’è una bellezza delle parole e c’è una bellezza dei gesti. Di solito vanno assieme: la parola talvolta apre spazi che solo un gesto può chiudere, e viceversa. In alcuni, pochi, mesi di pontificato Papa Francesco ha accumulato le une e gli altri con un’evidenza fortissima, ineludibile anche per chi non si sente vicino alla Chiesa cattolica o alla religione o a tutte e due (come, ad esempio, chi scrive queste righe). 

«Tenerezza», «perdono», «allegria».  E anche il semplice «buonasera», o il «buon pranzo» con cui s’è congedato tante volte, papa Francesco, dai fedeli che riempivano piazza San Pietro. E, lunedì – giornata capitale, per la forza pura e assoluta del suo gesto: scegliere come prima meta di viaggio lo scoglio dei migranti, sul mare colore del vino e del sangue – ha detto ancora «custodirci gli uni con gli altri». E ha parlato di «bolla di sapone»: quella colorata e inconsistente in cui crediamo di chiuderci come fosse un muro blindato, ancorché ben arredato.

La bellezza di queste parole, costantemente sostenute dai gesti, ci arriva prepotente, perché tutti noi – che pure siamo carne da fiction, assuefatti da anni di telegiornali, talkshow e chiacchiericci online – le riconosciamo immediatamente come «vere». Per la piccola bruciatura che ci lasciano sulla pelle del cuore.

Le parole, attorno a noi, vorticano in continuazione: abusate dalle cronache, consumate dalla politica, rimescolate senza fine nel tritatutto televisivo. Divenute rumore di fondo, lasciate cadere senza alcun gesto a sostenerle, mai più depositarie di verità, a volte nemmeno di realtà. Papa Francesco, tra i suoi tanti meriti, ha anche questo: ha restituito vigore e verità alle parole, ai gesti. Divenendo una luce immediatamente riconoscibile in questo eterno crepuscolo catodico, nel tremolio dei monitor attraverso cui si dipana la nostra vita.

Le parole, i gesti, invece, sono, possono essere un giacimento di bellezza. La parte divina che tocca persino a noi, umani, quando ci ricordiamo di restare umani.  

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