Sulla questione di una eventuale grazia a Silvio Berlusconi, ventilata oggi da un quotidiano, ambienti del Quirinale spiegano che "queste speculazioni su provvedimenti di competenza del capo dello Stato in un futuro indeterminato sono un segno di analfabetismo e sguaiatezza istituzionale".
Queste speculazioni, aggiungono gli stessi ambienti, "danno il senso di una assoluta irresponsabilità politica che può soltanto avvelenare il clima della vita pubblica".
Da due giorni il quotidiano Libero parla della possibilità che il presidente Giorgio Napolitano possa concedere la grazia a Silvio Berlusconi in caso di condanna in terzo grado. Oggi il quotidiano titola in prima: "Grazia a Silvio, ci sta anche Letta". Nell'articolo si scrive che la proposta sarebbe venuta direttamente dal capo dello Stato che ne avrebbe parlato con il premier Enrico Letta il quale avrebbe risposto "con un silenzio-assenso". Il giorno prima Libero titolava sempre in prima: "Giorgio facci la grazia". Aggiungendo nell'occhiello: "solo Napolitano può salvare la democrazia con un'iniziativa straordinaria ad personam". Della possibilità di un provvedimento del genere, secondo ricostruzioni giornalistiche, si era anche parlato mercoledì sera nel corso di un vertice convocato da Berlusconi a palazzo Grazioli subito dopo la decisione della Cassazione di anticipare al 30 luglio la sentenza sul cosiddetto processo Mediaset.
E' l'articolo 87 della Costituzione a prevedere che il presidente della Repubblica possa, con proprio decreto, concedere grazia. Del tema si è tornato a parlare oggi in merito a una eventuale misura a favore di Silvio Berlusconi in caso di condanna al processo Mediaset, ipotesi ventilata da un quotidiano e sui cui è intervenuto anche il Quirinale con una nota in cui si parla di "analfabetismo e sguaiatezza istituzionale". ( ANSA)
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