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La mafia barcellonese
si serviva di “talpe”

C’era anche chi informava per tempo e con grande anticipo, del contenuto delle dichiarazioni che il collaboratore di giustizia Salvatore Campisi stava facendo agli inquirenti sulla famiglia mafiosa dei “Barcellonesi”. I componenti delle cosche infatti erano assai “inquieti” per la collaborazione intrapresa da Salvatore Campisi e per questo, prima ancora che i verbali fossero noti perché coperti da segreto d'ufficio, c'era qualcuno che a Barcellona già sapeva esattamente cosa aveva detto il nuovo collaboratore di giustizia. A stabilire un contatto importante con qualcuno che sapeva tutto quello sui racconti fatti da Campisi agli investigatori, era stato il nuovo reggente Francesco Aliberti. Gli inquirenti nel pomeriggio del 28 marzo dello scorso anno sono riusciti durante le indagini ad intercettare una conversazione con un personaggio misterioso che si chiama “Bastiano”. Infatti quel pomeriggio Aliberti, faceva salire a bordo della propria autovettura tale “Bastiano” al quale lo stesso Aliberti aveva posto precise domande per avere informazioni sui soggetti che Campisi aveva già accusato. Aliberti in particolare aveva richiesto a “Bastiano” se tra i nomi fatti dal collaboratore di giustizia vi fosse il figlio del “compare” Salvatore Ofria. Aliberti ricordava all'interlocutore misterioso che lo stesso Ofria, aveva avuto con Campisi motivi di contrasto. Il colloquio tra i due, intercettato dagli investigatori faceva emergere come “Bastiano” fosse ben informato del contenuto delle dichiarazioni accusatorie già rese dal collaboratore.

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