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Ma quanto è adulta
l’adolescente Carrie

Quando una serie televisiva di successo finisce, quando da questa serie fanno il primo film e poi il secondo, anche i produttori capiscono che non hanno più niente da spremere e devono arrestare la loro smania di sequel. È evidente, però che si tratta di un vero peccato, soprattutto se la serie si intitola “Sex and the City” e rappresenta un must in fatto di glamour, tendenze e moda, oltre a essere un ottimo prodotto. Fra l’altro anche le protagoniste, muse dell’immaginario femminile dell’indipendenza, vanno avanti con l’età e pensare di realizzare “Sex and casa di riposo”, televisivamente parlando, tirerebbe meno di “Uomini e donne over”. Ma se c’è un sequel, ci può essere anche un antefatto, che spiega al pubblico come è nato il mito di Carrie Bradshaw la brillante giornalista di moda, femminile, spregiudicata e innamorata ma, soprattutto proprietaria di un guardaroba da urlo. I produttori si ostinano a sostenere che non si tratta di un prequel ma poco importa se le circostanze combaciano. E quale sorpresa, nello scoprire che Carrie da adolescente era beneducata, sensibile, orfana di mamma, assennata. Insomma, tutto il contrario di ciò che un fedelissimo della serie si aspetterebbe, ripensando alle avventure di “Sex and the City”. L’occasione di ripercorrere la vita e le opere di Carrie la danno i diari che l’adolescente comincia a scrivere per imitare la madre scomparsa e, così, prendono corpo i “Carrie Diaries”, titolo delle serie in onda su Mya. La vita è quella di una adolescente (interpretata da AnnaSophia Robb) che si dibatte fra il ricordo della madre, un padre presente ma frastornato dalla recente perdita della moglie, una sorella minore dal carattere difficile, la scuola, le amiche che sono una proiezione di quelle che poi saranno le inseparabili compagnie newyorchesi, i primi amori e l’incontro determinante con Larissa, art director di una nota rivista che segnerà il suo futuro. Sono piacevoli i diari di Carrie, non foss’altro perché si distinguono, non poco, da serie analoghe ispirate agli adolescenti americani. Badate, c’è droga, sesso e rock and roll, - cioè tutto ciò che desiderano gli adolescenti di tutte le generazioni - ma c’è soprattutto il metodo per guardarsi dagli eccessi, per starne alla larga, per capire che si può essere integrati senza essere gregge. C’è una solidità interiore che si maschera nei sogni e nelle frivolezze, ma, soprattutto, c’è la prima legge della determinazione (se non sai ciò che vuoi non andrai da nessuna parte) e il secondo principio della dinamica televisiva: se non lotti per ciò che credi sarai solo un telefilm di serie b.

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