Beni per 25 milioni di euro, comprese due imprese di costruzioni e relativi macchinari, sono stati confiscati all'imprenditore Sandro Missuto, 34 anni, indiziato di essere un affiliato al clan mafioso Emmanuello di Gela. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Caltanissetta. Le due imprese confiscate si occupano di produzione, trasporto e fornitura di calcestruzzo, demolizione di edifici e movimento terra. Le indagini della Dia hanno messo in luce un 'rapporto strategico' di Missuto con la mafia gelese. Nel 2009 era stato arrestato nell'ambito di due operazioni (Cerberus e Compendium), dalle quali è emerso che il giovane imprenditore era riuscito ad aggiudicarsi numerosi subappalti e contratti di nolo. L'uomo sarebbe stato anche un esattore del pizzo. Si sarebbe personalmente occupato della 'messa a posto' di alcune imprese appaltatrici.
Missuto aveva allargato la propria influenza nella struttura di vertice della mafia di Gela alla morte del capoclan Daniele Emmanuello. Il boss era stato ucciso nel 2007 dalla polizia che lo aveva intercettato in un covo nelle campagne vicino a Enna. Erano seguiti vari arresti. Oltre alle imprese Icam srl e Igm srl, la Dia ha confiscato a Missuto (già sottoposto per tre anni all'obbligo di soggiorno) un fabbricato di cinque piani, un appartamento, due terreni, due conti bancari e 63 mezzi tra cui autocarri, escavatori, betoniere, auto, pale meccaniche e furgoni. (ANSA).
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