Una ventina di persone sono state ricoverate nelle ultime ore nei pronto soccorso di tre ospedali genovesi in osservazione per sospetta intossicazione da botulino. Hanno mangiato pesto della ditta che ha ritirato una partita di vasetti e hanno mostrato sintomi compatibili con una eventuale intossicazione. Due sono già stati dimesse.
Le due persone dimesse sono state controllate al pronto soccorso dell'Ospedale Galliera, dove sono tenute ancora in osservazione 17 persone, tra le quali due minori. Il direttore del pronto soccorso, Paolo Cremonesi, ha spiegato che "alcuni dei ricoverati presentano problemi gastrointestinali come diarrea e vomito, altri problemi neurologici come stanchezza e abbassamento delle palpebre. Dopo gli opportuni controlli potrebbero essere dimessi anche loro". Un bambino che ha mangiato pesto della ditta genovese è tenuto invece in osservazione all'Ospedale pediatrico Gaslini ma i medici tengono a escludere che i problemi gastrointestinali manifestati siano dovuti a una intossicazione da botulino. Altre due persone si sono recate al pronto soccorso dell'Ospedale San Martino e sono tenute in osservazione.
La tossina del botulino, per il quale a Genova sono state ricoverate venti persone per sospetta intossicazione legata al consumo di pesto in vasetti, si sviluppa dal microrganismo Clostridium botulinum, comune nel terreno e nell'aria e innocuo finchè è a contatto con l'ossigeno. A trasformarlo in una minaccia per la salute sono a volte le cattive condizioni di conservazione degli alimenti. La tossina viene infatti prodotta in mancanza di ossigeno e quando la temperature superano cinque-dieci gradi. Non si forma invece in ambienti molto acidi, come salsa di pomodoro o aceto. Il suo vero nemico è il calore, che la distrugge: basta cuocere i cibi a 105 gradi per due ore o nella pentola a pressione per dieci minuti. Se invece la cottura è breve e i cibi sono conservati sott'olio c'è il rischio che sfugga qualche spora. Riconoscere i cibi contaminati è quasi impossibile. La tossina responsabile dell'intossicazione definita poi 'botulismo ' può provocare conseguenze molto gravi, evitabili con il siero entro 48 ore dall'ingestione o ricorrendo alla rianimazione. Gli effetti del botulino sono infatti temporanei, anche se in alcuni casi possono protrarsi per mesi. Nelle forme più gravi le tossine si legano alle fibre del sistema nervoso aggrediscono l'organismo a partire dai nervicranici. Prima compaiono disturbi alla vista, poi difficoltà a deglutire e problemi intestinali, soprattutto stitichezza. La conseguenza più grave è la paralisi dei muscoli respiratori, che può portare alla morte se non si provvede immediatamente alla respirazione artificiale. (ANSA).
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