Sono bastati pochi minuti e i dispositivi della sicurezza predisposti dalle autorità brasiliane sono saltate. Subito dopo essere arrivato a Rio de Janeiro, l'auto del Papa è rimasta bloccata, di fatto imbottigliato, nel traffico della città, mentre la vettura veniva avvicinata da pellegrini e passanti. Quanto si è visto ieri pomeriggio a Rio de Janeiro, che di fatto non ha precedenti nelle visite papali, ha sorpreso persino il responsabile ai Trasporti di Rio, Carlos Osorio, che ha subito puntato il dito contro la polizia federale, responsabile della sicurezza durante le visite dei capi di Stato. Lo stesso hanno detto in queste ore anche altri esperti della città carioca, oltre a tanti brasiliani.
Intanto la polizia brasiliana ha disinnescato un ordigno esplosivo artigianale trovato in un bagno del santuario di Aparecida, dove il Papa si recherà domani.
"Devo dire la verità, pure io sono rimasto sorpreso dal percorso", ha detto Osorio alla stampa, precisando che l'auto con il Papa a bordo, e il suo corteo, avrebbero dovuto "prendere la corsia centrale, non quella alla destra" (più piccola). Quanto è successo è quindi risultato delle decisioni prese "dalla polizia federale. Non sappiamo perché il corteo sia finito in quel tratto del percorso". Il riferimento di Osorio è al punto nel quale l'auto con il Papa è rimasta bloccata nella avenida Getulo Vargas - tra le principali arterie della città - poco prima di arrivare alla Cattedrale.
Francesco non ha mai perso la calma. Anzi, ha salutato i pellegrini, stringendo le mani e baciando anche alcuni bambini che gli venivano via via avvicinati. Disperati erano invece gli uomini della sicurezza. Il tema sarà domani all'ordine del giorno delle autorità brasiliane, anche perché la visita del Papa è appena iniziata e ci sono tappe particolarmente delicate. Per esempio, Aparecida, vicino a San Paolo (vi si recherà il Pontefice mercoledì prossimo), dove in serata è stato disinnescato un ordigno artigianale, particolarmente delicate.
L'airbus 330 dell'Alitalia con a bordo papa Francesco era atterrato all'aeroporto Galeao di Rio de Janeiro in serata. Dopo la calorosa stretta di mano con la presidente Dilma Rousseff, il Papa ha salutato personalmente, sorridendo, le autorità presenti nell' aeroporto, tra cui il governatore di Rio Sergio Cabral e il sindaco della città, Eduardo Paes.
''Per aver accesso al Popolo brasiliano bisogna entrare dal portale del suo immenso cuore; mi sia quindi permesso in questo momento di bussare delicatamente a questa porta. Chiedo il permesso di entrare e trascorrere questa settimana con voi'' ha detto il Pontefice nel suo primo discorso pubblico ai brasiliani, durante la cerimonia di benvenuto nel palazzo Guanabara.
Fuori dal palazzo ci sono state manifestazioni di protesta contro le spese pubbliche per la Giornata della Gioventù. Dopo che il papa ha lasciato l'edificio, sono scoppiati tafferugli. Un agente della polizia è rimasto gravemente ustionato da una molotov, mentre sei dei manifestanti sono stati fermati e portati al commissariato. Negli scontri è stato colpito anche un fotografo.
Ma anche prima che il Papa le pronunciasse i brasiliani avevano risposto con un impressionante bagno di folla, dall'aeroporto per le strade della città, con il Papa prima su una piccola ''Fiat Idea'' e poi sulla papamobile scoperta, con la gente che lo toccava attraverso i finestrini e l'entusiasmo che si percepiva lungo i chilometri, A Guanabara, davanti alla presidente Dilma Rousseff, la cerimonia ufficiale di benvenuto, dopo il benvenuto del popolo lungo la strada. Anche qui, come in volo verso Rio, il Papa ha parlato dei giovani. I giovani parlano ''lingue differenti, sono portatori di culture variegate, eppure - ha detto papa Francesco - trovano in Cristo le risposte alle loro più alte e comuni aspirazioni'' e un ''amore autentico che unisce al di là delle loro diversità''. I giovani, ha osservato, sono come i figli per i genitori, ''la pupilla dei nostri occhi'' e ''la finestra attraverso la quale la luce entra in noi regalandoci il miracolo della visione''.
''La gioventù - ha spiegato il Papa davanti ai vertici istituzionali e politici del Paese - è la finestra attraverso la quale il futuro entra nel mondo, e quindi ci impone grandi sfide. La nostra generazione - ha aggiunto - si rivelerà all' altezza della promessa che c'è in ogni giovane, quando saprà offrirgli spazio; tutelarne le condizioni materiali e spirituali per il pieno sviluppo; dargli solide fondamenta su cui possa costruire la vita; garantirgli la sicurezza e l'educazione affinchè diventi ciò che può essere; trasmettergli valori duraturi per cui vale la pena vivere; assicurargli un orizzonte trascendente per la sua sete di felicità autentica e la sua creatività nel bene; consegnargli l'eredità di un mondo che corrisponda alla misura della vita umana; svegliare in lui le migliori pontenzialità per essere protagonista del proprio domani e corresponsabile del destino di tutti''.
Alla fine il Papa ha chiesto ''a tutti la gentilezza e l'attenzione e, se possibile, l'empatia necessaria per stabilire un dialogo tra amici'' e ha offerto le sue braccia ''per abbracciare l'intera nazione brasiliana, nella sua complessa ricchezza umana, culturale e religiosa: dalla Amazzonia fino alla pampa, dalle regioni aride fino al Pantanal, dai piccoli paesi fino alle metropoli, nessuno si senta escluso dall'affetto del Papa''.
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