La pressione fiscale effettiva, il gettito cioè osservato in percentuale di Pil emerso, in Italia si attesta quest'anno al 54%, al top fra le economie avanzate. E'la stima del rapporto sull'economia sommersa di Confcommercio. La pressione fiscale apparente, secondo calcoli prudenziali che non includono aumenti Iva, è invece al 44,6% del Pil nel 2013.
L'economia sommersa in Italia e' pari al 17,4% del Pil: e' la stima per il periodo 2012-2013 elaborata dall'ufficio studi di Confcommercio. Questo vuol dire che 272 miliardi e' la stima dell'imponibile che ogni anno viene sottratto al fisco, ''una cifra enorme ''.
L'Italia e' uno dei paesi in cui la pressione fiscale e' cresciuta di piu' nel periodo 2000-2013, quindi anche durante la crisi: l'incremento e' stato del 2,7% (dal 41,9% al 44,6%). Per quanto riguarda la pressione fiscale effettiva, nella classifica che emerge dalle elaborazioni dell'ufficio studi di Confcommercio, dopo l'Italia al 54%, c'e' la Danimarca al 51,1%, la Francia al 50,3%, il Belgio al 49,3%, l'Austria al 46,8%, la Svezia al 46,7%, la Norvegia al 42,3%, l'Olanda al 40,8%, il Regno Unito al 40,4%, la Spagna al 36,7%, l'Australia al 34,8%, il Canada al 31,9%, l'Irlanda al 28,4%, gli Stati Uniti al 27,9%, in coda il Messico al 26,2%. La Germania, paese da cui spesso si prende esempio, viene sottolineato, non figura nella classifica sul sommerso e sulla pressione fiscale effettiva perche' ''non fornisce i dati sul sommerso economico'', spiega il responsabile dell'Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, presentando la ricerca.