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Egitto, 75 morti
negli scontri al Cairo

Sono 75 i morti degli scontri tra forze della sicurezza e sostenitori del presidente deposto Mohamed Morsi nei pressi della moschea Rabaa el Adaweya, al Cairo. Lo dice l'agenzia ufficiale Mena, di fatto confermando il numero di vittime annunciato dai Fratelli musulmani.

L'ex presidente Mohammed Morsi agli arresti, ed ecco i primi duri scontri tra sostenitori e nemici del capo dello Stato, emanazione dei Fratelli Musulmani, da poco deposto.

L'appello dei militari che hanno rovesciato Morsi e' stato accolto al Cairo a piazza Tahrir, che si e' nuovamente riempita con decine di migliaia di persone. Oltre alle bandiere egiziane i manifestanti mostravano la foto del comandante in capo delle forze armate Abdel fattah el Sissi, che nella guerra delle piazze sembra aver vinto la sua scommessa, mobilitando una folla enorme a sostegno della sua richiesta di concedere un mandato popolare per consentire all'esercito di avviare la sua lotta alla violenza e al terrorismo. E' andata bene anche ai Fratelli Musulmani.

L'altra piazza - quella degli islamici, davanti alla moschea di Rabaa el Adaweya - si e' a sua volta riempita di decine di migliaia di persone proprio nel giorno in cui Morsi e' stato formalmente posto in custodia cautelare dalla magistratura inquirente e indagato per spionaggio per conto di Hamas e per avere assaltato installazioni pubbliche e penitenziari, oltre a rapire ufficiali e poliziotti. ''Cosi' si ritorna all'era di Mubarak", ha replicato la Fratellanza proprio mentre il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon chiedeva il rilascio del primo presidente eletto dei Fratelli, tuttora tenuto in una localita' segreta, e dei vertici della Confraternita.

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