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L'ultimo saluto
alle 38 vittime del bus

Un lungo applauso ha concluso i funerali delle 38 vittime della strage del bus di Monteforte Irpino (Avellino). Sull'altare è salito il sindaco di Pozzuoli (Napoli), Vincenzo Figliolia che ha ringraziato il presidente del Consiglio, Enrico Letta, presente ai funerali, le altre autorità, i parenti delle vittime, le associazioni.

I funerali si sono svolti nel Palazzetto dello Sport di Monteruscello, frazione di Pozzuoli, davanti a circa quattromila persone. I parenti continuano a stare seduti a terra, accanto alle bare. La messa e' stata officiata da mons. Gennaro Pascarella, vescovo di Pozzuoli. Oltre al premier Enrico Letta, erano presenti i ministri De Girolamo e Orlando, il governatore Stefano Caldoro, il leader del Pd, Guglielmo Epifani, tra gli altri.

'Mai altri incidenti' - ''Ai magistrati spetterà fare chiarezza sulla dinamica dell'incidente per trovarne le cause, ad altri mettere in atto strumenti che non permettano che si verifichino altri incidenti. La prima solidarietà è il rispetto delle regole!''. Così, mons. Gennaro Pascarella, vescovo di Pozzuoli, durante l'omelia. 'Preghiamo per tutti i feriti, il Signore non permetta che si aggiungano altri nomi al già straziante elenco''.

''Pregare per tutti i parenti e amici dei nostri fratelli e sorelle, a cui questa mattina stiamo dando l'ultimo saluto. Il Dio della consolazione li consoli, allevi la loro sofferenza, renda più salda la loro speranza''. E' la richiesta che il vescovo di Pozzuoli ha fatto ai fedeli nel corso dell'omelia per le vittime del bus nella scarpata.

''E' una tragedia che mi ha tagliato il cuore in due parti''. Così il sindaco di Pozzuoli (Napoli) al suo arrivo ai funerali. ''L'Italia intera ci e' vicina e questo e' per noi una forza, grazie'', ha aggiunto. Di fronte a tutto quello che è successo, ha sottolineato, ''si prova grande amarezza, dobbiamo avere la forza''. E soprattutto ''bisogna fare in modo che questo sacrificio non risulti vano. C'è qualcosa che non ha funzionato, ci sono responsabilità, bisogna fare chiarezza e sono certo che sarà fatta''.

C'è chi sulla bara ha messo la foto del giorno delle nozze e chi la sciarpa del Napoli, ''perché Giovanni era un gran tifoso''. Piangono i parenti delle 38 vittime della strage del bus di Monteforte Irpino (Avellino).  E nella camera ardente allestita nel palazzetto dello sport di Monterusciello, frazione di Pozzuoli, continuano ad accarezzare le bare. A tratti le abbracciano anche. Tante le coppie che in questo giorno si sono riunite. E così la bara di Barbara Iliano è vicina a quella di Alfonso Terracciano, così come Vincenza è vicina al marito Biagio Vallefuoco. Ma c'è anche la giovane Silvana, 26 anni, che è vicina alla bara del suo papà, Antonio. In tanti stanno arrivando al palazzetto dello sport per l'ultimo saluto alle 38 vittime. All'esterno anche uno striscione degli ultrà: ''Vi siamo vicini in questo dolore incolmabile''.

''E' una giornata di lutto, una giornata tremenda per tutti''. Così il segretario del Pd, Guglielmo Epifani che è giunto al Palasport di Monteruscello. ''Tutto il Paese deve unirsi al lutto delle famiglie'', ha aggiunto Epifani. Alla domanda di un giornalista sulle responsabilità della tragedia, il segretario del Pd ha risposto: ''c'è un procuratore molto serio, molto bravo. Sa lui cosa fare''.

Testimone, bus arrivava a forte velocità - ''Eravamo in macchina in coda prima del viadotto sulla A16 per la presenza di un restringimento di carreggiata, ad un certo punto ho sentito un forte rumore. Istintivamente ho guardato nello specchietto retrovisore e ho visto un pullman arrivare a velocità eccessiva''. Cosi lo scrittore Marco Stramaccioni, racconta a Uno Mattina la sua esperienza sul viadotto in cui è precipitato il bus in Irpinia. ''L'autobus procedeva sulla destra e allora istintivamente mi sono buttato con l'auto sulla sinistra - prosegue Stramaccioni -. Il pullmann mi ha preso nella parte posteriore della macchina, mi ha sollevato, poggiandomi su altre macchine. Ho toccato la mia compagna perchè non avevo il coraggio di girarmi e le ho detto: 'siamo vivi'".

Pm Avellino, tre segmenti di indagine - Sono tre i segmenti che si stanno indagando per individuare le responsabilità dell'incidente del bus precipitato in una scarpata in Irpinia: verificare se l'autista aveva assunto bevande alcoliche, se il mezzo era efficiente (freni, gomme, revisione, ecc.), se le condizioni della strada erano secondo la norma (lavori in corso segnalati, ecc.). Lo ha detto il procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo, intervistato da Uno Mattina. Questi tre elementi, ha spiegato Cantelmo, ''possono concorrere tra loro. Ci sono persone iscritte nel registro degli indagati, ma su nomi e numero rispetto il riserbo investigativo''. Quanto ai tempi dell'inchiesta, ha aggiunto, ''mi impegno a dare una risposta di giustizia in tempi assolutamente ragionevoli''.

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