Da oggi oltre 20 mila precari degli enti locali siciliani saranno senza contratto. L’Anci, l’associazione dei comuni d’Italia, ha chiesto che venga subito portata in aula all’Ars la norma con quale i rapporti vengono prorogati fino al 31 dicembre con una spesa di quasi cento milioni per la Regione. Per l’Anci il provvedimento trova motivazione nel fatto che molti precari da anni fanno ormai parte integrante delle piante organiche degli enti locali e svolgono servizi essenziali. Per cui l’Anci chiederà al governo nazionale una norma di stabilizzazione. Se il provvedimento non arrivasse in tempo c’è il rischio di paralisi di molti servizi comunali. Ma non finisce qui in tempi di pubblica amministrazione «A settembre gli stipendi dei lavoratori delle Province e delle partecipate, dove si scontano già ritardi, potrebbero essere a rischio e con essi molti dei servizi erogati da questi enti, a partire da quelli scolastici. Licei linguistici provinciali, licei musicali, scuole per ottici e corallai potrebbero, ad esempio, non riprendere le attività dopo l’estate se la riforma conseguente all’abolizione delle Province non prendesse subito la giusta strada, con conseguenze non solo sul personale ma anche su migliaia di studenti ». A lanciare l’allarme sono la Cgil Sicilia e la Funzione pubblica regionale che hanno tenuto una conferenza stampa per presentare la loro idea di riforma delle Province e annunciare il sit-in di protesta dei lavoratori che si terrà oggi alle 11 davanti l’assessorato alle Autonomie locali e Funzione pubblica, a Palermo.