"Con enfasi possiamo dire che il turismo italiano suona un campanello prima di tanti altri settori produttivi, ben più considerati ed incentivati del nostro, attirando l'attenzione dei sistemi economici mondiali sul fatto che l'Italia turistica potrebbe rappresentare il segnale di ripresa che il mondo intero va attendendo". A sostenerlo è il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commentando i dati dell'indagine realizzata dalla Federazione.
"A questo punto - afferma Bocca - il Governo presieduto da Enrico Letta non deve perdere l'occasione e cogliere l'attimo, definendo con immediatezza un pacchetto-turismo che pianifichi con urgenza, tra l'altro, misure volte da un lato a recuperare posti di lavoro, elemento alla base della qualificazione delle aziende e dall'altro lato ad attivare canali di accesso al credito rapido ed agevolato per ridare alle imprese quella liquidità indispensabile per rammodernare le strutture e farci arrivare in tempi rapidi ad una offerta potenziata, finanziando al contempo una capillare campagna promozionale dell'immagine Italia sia all'interno del nostro Paese sia nel resto del mondo".
"Certo - avverte Bocca - questo dato leggermente positivo non può farci gridare al miracolo. Parliamo infatti di un modesto rialzo rispetto ai dati del 2012, quando ci fu un calo del 19%. Credere pertanto che tutti i problemi siano risolti e che da oggi in poi il settore possa riprendere il suo cammino senza difficoltà è pura utopia". "La gravissima recessione, nella quale i Paesi maggiormente industrializzati e turisticamente avanzati ancora si trovano, -aggiunge il presidente degli albergatori italiani- ha bisogno di ulteriori indicatori positivi per cominciare a sperare. "Ma è con enfasi che possiamo dire -conclude Bocca- come il turismo italiano suoni un campanello prima di tanti altri settori produttivi, ben più considerati ed incentivati del nostro, attirando l'attenzione dei sistemi economici mondiali sul fatto che l'Italia turistica potrebbe rappresentare il segnale di ripresa che il mondo intero va attendendo".
La crisi insomma cambia del tutto le modalità, le tipologia della vacanza e le relative scelte delle destinazioni, spiega Assoturismo. Riguardo ai flussi dei vacanzieri italiani, la Confesercenti registra finora una flessione dal 7 al 12%. Fino a -15% e' invece il calo delle presenze negli alberghi. Una parte di turisti stranieri, in particolare inglesi e tedeschi, quest'anno invece dell'Italia hanno deciso di puntare verso la Turchia e Grecia.
Resistono invece i flussi dei turisti russi sul nostro territorio. Per quanto riguarda i viaggi l'aspetto più preoccupante è rappresentato dal budget di spesa che si è ridotto mediamente del 25%. Se negli anni scorsi - sottolinea Assoturismo - la media si attestava intorno agli 800 euro per pacchetto di viaggio, ora si è scesi a 600 euro. La conseguenza è un impegno certosino da parte degli operatori per soddisfare il cliente, adattando la minor disponibilità economica alla offerta turistica e al livello dei servizi e delle strutture. Sempre in termini di presenze turistiche, a essere penalizzato è soprattutto il Sud, indica l'associazione di categoria della Confesercenti, ''anche per le difficoltà a raggiungere le località e per una insufficiente promozione a livello internazionale''.