Sabato 27 Aprile 2024

Yara, telefonata
del presunto killer

E' tornato a farsi vivo con una lettera di tre pagine indirizzata al cappellano dell'ospedale di Rho (Milano) e con una telefonata in portineria, sempre alla stessa struttura sanitaria: "Mi chiamo Mario, sono stato io", ha detto. Ora la polizia sta stringendo il cerchio attorno al misterioso individuo che sostiene di saper qualcosa sul delitto di Yara. Lo scrive oggi L'Eco di Bergamo.

Si tratterebbe della stessa persona che, nei giorni scorsi, aveva scritto sul registro della chiesa: "Vi prego, informate la polizia di Bergamo: qui è passato l'omicida di Yara Gambirasio. Che Dio mi perdoni!". Ma non è finita così. Martedì il cappellano dell'ospedale di Rho, don Antonio Citterio, sotto lo zerbino della porta di casa ha trovato una busta contenente una lettera. Tre fogli scritti a penna e firmati da un certo 'Mario', che non ha lasciato il cognome, tantomeno indizi utili al suo rintraccio. "Sono stato io a scrivere il messaggio sul libro delle preghiere in chiesa", avrebbe ammesso nella missiva. Il contenuto della lettera, nei dettagli, è top secret e al vaglio degli inquirenti. Alla lettera è seguita una telefonata alla portineria dell'ospedale: "Buongiorno, mi chiamo Mario, sono malato di cancro. Sono io l'autore del messaggio in chiesa su Yara. Volevo solo sapere se il cappellano ha ricevuto la mia lettera". Probabilmente si tratta di un mitomane e gli inquirenti sono scettici, ma nessuna pista viene tralasciata nel caso Yara.

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