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La Casa Bianca smentisce
"Nessun attacco a breve"

La Casa Bianca ha smentito informazioni riportate dal quotidiano britannico Telegraph secondo le quali Washington e Londra si appresterebbero a lanciare un'azione militare contro la Siria "nei prossimi giorni". "Il presidente Obama non ha deciso di impegnarsi in un'azione militare", ha detto un responsabile alla presidenza.

Iniziano oggi le ispezioni dell'Onu sull'uso di armi chimiche in Siria.

La marina britannica infatti sarebbe pronta ad unire le forze con gli Stati Uniti per un eventuale attacco missilistico che potrebbe partire gia' a giorni. Il Daily Telegraph online cita fonti governative britanniche secondo cui continueranno i contatti tra il premier David Cameron e il presidente americano Barack Obama a riguardo, precisando tuttavia che nel caso in cui una decisione in questa direzione venga presa l'azione militare potrebbe partire entro la prossima settimana. Il Daily Mail online scrive che l'ipotesi e' stata discussa durante una telefonata di 40 minuti tra Cameron e Obama e che una decisione verra' presa entro 48 ore.

La Russia intanto ha messo in guardia oggi gli Stati Uniti sulle conseguenze "estremamente gravi" che avrebbe un eventuale intervento militare in Siria. In una telefonata di Sergej Lavrov al suo omologo Usa John Kerry, il capo della diplomazia russa ha sottolineato che le ''dichiarazioni ufficiali fatte negli ultimi giorni da Washington sul fatto che le truppe americane sono pronte ad intervenire nel conflitto siriano sono viste con profonda preoccupazione'' da Mosca.

''Si ha l'impressione che certi circoli, inclusi quelli sempre piu' attivi nei loro appelli per un intervento militare scavalcando l'Onu, stiano francamente tentando di spazzar via gli sforzi comuni russo-americani degli ultimi mesi per convocare una conferenza internazionale per una risoluzione pacifica della crisi'', si legge in un comunicato del ministero degli Esteri russo.

La Turchia da parte sua fa sapere che partecipera' a qualsiasi coalizione internazionale che decida di intervenire in Siria anche se non sarà possibili raggiungere un più vasto consenso nel Consiglio di sicurezza dell'Onu.

"La nostra priorità - ha detto il ministro degli esteri turco al quotidiano Milliyet - e' sempre stata agire con la comunita' internazionale, con le Nazioni Unite. Se tale decisione non emergera' dal consiglio di sicurezza, in agenda saranno messe delle alternative" . "Attualemente circa 36-37 paesi stanno discutendo delle alternative. Se si formera' una coalizione contro la Siria in questo processo, la Turchia prendera' il suo posto", ha aggiunto.

In un'intervista al quotidiano russo Izvestia, il presidente siriano Bachar al-Assad ha definito "insensate" le accuse occidentali su un attacco chimico effettuato dal suo regime e ha avvertito gli Stati Uniti che i loro progetti di un intervento militare in Siria sarebbero destinati al "fallimento".

Se gli Usa decidono di "attaccare la Siria o intromettersi ulteriormente nel Paese - sostiene Assad nell'intervista - falliranno come in tutte le precedenti guerre che hanno scatenato, dal Vietnam ad oggi''. ''L'America ha preso parte a molte guerre ma non ha mai raggiunto i suoi obiettivi politici per i quali aveva scatenato quelle guerre'', prosegue il leader siriano.

''Ha fallito nel convincere il suo popolo multietnico della giustezza di quelle guerre, come pure ha fallito nell'instillare la sua ideologia negli altri paesi'', aggiunge. Assad rileva inoltre che in Siria la situazione e' diversa da quella di Egitto e Siria, dove ''lo stesso scenario delle 'rivoluzioni arabe' ha cessato di essere convincente''. ''Essi possono cominciare qualsiasi guerra, ma non sanno quanto durera' e quanto si estendera''', conclude rivolgendosi di nuovo agli Usa.

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