Per "Sangue" film di Pippo Delbono che all'ultimo Festival di Locarno ha vinto il premio Don Chisciotte nessuna distribuzione. Motivo? ''Un doppio tabù - dice il regista all'ANSA -: quello della morte e quello degli anni di piombo. Due cose che questo Paese non vuole vedere''. Scritto, diretto e interpretato dal regista e attore teatrale 54enne la colpa di questo film è soprattutto la presenza di Giovanni Senzani, ex Brigate Rosse. Un Senzani che, proprio nel filmato, racconta nei dettagli l'uccisione di Roberto Peci, operaio che, come unica colpa, aveva quella di essere il fratello di un pentito Br. Non solo il 3 agosto 1981, Senzani non mancò di filmare l'esecuzione di Peci dopo un sequestro durato 55 giorni.
''Lo so - dice Del Bono - questo film già a Locarno ha scatenato un putiferio di polemiche, ma è sbagliato vederlo come un film sulle Brigate Rosse, ma piuttosto va visto come un lavoro che, partendo dalla morte di mia madre, arriva a parlare anche di quella della compagna di Senzani (Anna, una donna che l'ha aspettato nei lunghi anni di carcere). Insomma non è affatto un film sulla lotta armata, ma dove casomai sono protagoniste queste due donne. E meno che mai - continua l'artista raggiunto telefonicamente dall'ANSA - Sangue é un film sulle Brigate Rosse, ma casomai sugli esseri umani, sull'umanità e non sulle ideologie''.
Per quanto riguarda la distribuzione del film:''ho ricevuto solo ni. Le motivazioni sono tante. C'é chi dice che ci sono troppe uscite, chi sostiene che non è il genere adatto alla società di distribuzione e, chiaramente, chi spiega il fatto che pesino anche motivi politici per i quali il film potrebbe essere poco gradito''. E questo, sottolinea Delbono, in pieno contrasto ''alle molte e-mail ricevute da me che mi chiedono il perché il film non esca e agli incontri diretti che ho avuto con persone che vogliono conoscere i motivi della censura. Allora mi chiedo: perché mai i distributori non cominciano ad ascoltare davvero il pubblico, quello che dice la gente?''. Infine, anche da parte cattolica - dice il regista che si é sempre dichiarato buddista, gay e affetto da Aids - ci sono state critiche positive. E' il caso di Virgilio Fantuzzi de La Civiltà Cattolica che ha parlato di 'Sangue' come di un efficace rito laico sulla morte''.
Comunque per il documentario i cui si mescolano sentimenti privati e politica, le scene che hanno scosso di più Locarno sono sicuramente quelle delle riprese della mamma del regista in coma all'ospedale e soprattutto il racconto dell'uccisione di Peci. Un Senzani, non pentito, parla della preparazione del rapimento, del posto squallido in cui Peci fu segregato fino al tragico epilogo in una discarica. Il film è una coproduzione italo-svizzera, prodotto dalla Compagnia Pippo Delbono, Casa Azul Films, con la partecipazione della Cinematheque Suisse, coprodotto da RSI Radiotelevisione svizzera, Vivo film in collaborazione con Rai Cinema, con il sostegno della Genova Liguria Film Commission e della Mediateca Ligure, e del Teatro San Carlo di Napoli.