E' destinata d una vita breve e a scomparire in poche settimane, la piccola isola generata dal violento terremoto che il 24 settembre ha colpito il Pakistan. Ne sono convinti i sismologi, che escludono comunque un legame diretto fra il terremoto e l'affiorare dell'isolotto a forma di mezzaluna, lungo circa 200 metri, largo 100 e alto una ventina di metri.
''Si esclude che l'isola sia nata dalla deformazione causata dalla faglia a causa della grande distanza, di circa 500 chilometri'', osserva il sismologo Gianluca Valensise, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). ''Piuttosto - aggiunge - potrebbe essere un effetto indiretto del terremoto''. Quest'ultimo potrebbe avere generato pressioni elevate che avrebbero causato la liquefazione dei sedimenti sottomarini, che potrebbero essere emersi in superficie attraverso una frattura. Il fondale, poco profondo in quel punto, avrebbe fatto il resto.
Per i sismologi del Servizio di sorveglianza geologica degli Stati Uniti (Usgs) potrebbe essere un grande vulcano di fango, paragonabile a quelli, molto più piccoli, portati in superficie dal terremoto in Emilia Romagna del 2012. ''Sono fenomeni piuttosto simili, anche se su scala molto diversa'', osserva Valensise. Isole effimere generate dallo stesso meccanismo sono nate anche in passato, come quelle generate nel 1945 e nel 2001 dal terremoto di Makran, scomparse nell'arco di un anno. Vulcani di fango si sono formati inoltre nell'Azerbaijan nel 1902, in Mongolia nel 1957 e nel 2006), a Sumatra nel 2004.
Intanto, per studiare meglio il fenomeno, gli esperti sono in attesa delle prime immagini dell'isola prese dai satelliti, mentre i curiosi di tutto il mondo stanno già inviando dei tweet agli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale nei quali chiedono se hanno già le prime foto dell'isola.
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