E' il prossimo 27 aprile, la domenica della Divina Misericordia, la data scelta da papa Francesco per canonizzare Angelo Giuseppe Roncalli e Karol Wojtyla. Nel concistoro di questa mattina il Pontefice ha confermato di voler elevare agli onori degli altari nello stesso giorno i due grandi predecessori. La data acquista un certo significato considerata l'insistenza che dall'inizio del suo ''regno'' il papa latinoamericano ha posto sulla misericordia, in linea con l'insegnamento dei suoi immediati predecessori. Papa Wojtyla, tra l'altro, è morto alla vigilia di quella festa, da lui stesso istituita, e che indica la influenza sulla sua spiritualità del culto della Divina Misericordia della suora polacca Faustyna Kowalska, inizialmente visto non molto di buon occhio da alcuni settori della Chiesa.
Nel volo da Rio a Roma, lo scorso luglio, papa Bergoglio aveva detto di pensare proprio a questa domenica come giorno per proclamare santi Roncalli e Wojtyla. Papa Giovanni, il Papa che ha ideato e convocato il Concilio Vaticano II, è stato beatificato il 3 settembre del 2000 da Giovanni Paolo II, e per proclamarlo santo papa Francesco ha deciso di rendere inutile l'accertamento di un ulteriore miracolo avvenuto per sua intercessione dopo che era stato proclamato beato. Papa Wojtyla invece è stato proclamato beato da Benedetto XVI il primo maggio del 2011, la sua canonizzazione quindi sarà una delle più rapide della storia, grazie anche alla deroga che Benedetto XVI ha fatto al diritto canonico, concedendo che il processo si aprisse senza attendere i cinque anni dalla morte, normalmente richiesti dalla legge della Chiesa. Prima che papa Bergoglio proclamasse la formula e annunciasse la data della canonizzazione, il prefetto per la Congregazione delle cause dei santi, il cardinale Angelo Amato, ha tracciato un breve profilo biografico dei due futuri santi, ricordando in particolare "il loro servizio alla pace" e assimilandolo a quell'"impegno a cui Vostra Santità ci sollecita". Il porporato ha anche citato la "mite fermezza" con la quale i due papi defunti hanno entrambi vissuto in "tempi di radicali trasformazioni", promuovendo "con autenticità" la dignità dell'uomo.