Il sistema è stato scoperto dalla Guardia di finanza di Palermo, nelle indagini coordinate dalla Procura del capoluogo siciliano che ha chiesto il rinvio a giudizio di 18 indagati, i quali, a seconda dei ruoli rivestiti, sono chiamati a rispondere di reati puniti con pene che vanno dai tre mesi di arresto fino a 7 anni di reclusione, in particolare per i delitti di associazione per delinquere (contestata a sette persone) e di organizzazione di scommesse abusive su competizioni sportive, ovvero (nel caso di otto indagati) per la partecipazione a tali scommesse. L'indagine ha avuto origine nel 2010, anche sulla base di analisi statistiche curate dagli enti abilitati alla programmazione e all'organizzazione delle corse dei cavalli, che segnalavano un significativo decremento delle puntate raccolte, attraverso il circuito ufficiale dell'ippodromo. In alcuni mesi il ribasso era pari al 40% in meno della media registrata negli anni precedenti.
Le Fiamme gialle hanno predisposto appostamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali con diverse telecamere nascoste all'interno dell'ippodromo palermitano. Sono decine gli incontri fra allibratori abusivi e scommettitori filmanti dai finanzieri. Pochi minuti prima dell'inizio delle corse, numerosi scommettitori abituali, anziché effettuare le puntate negli sportelli abilitati, si rivolgevano a una decina di soggetti che raccoglievano i contanti. Durante le pause tra una corsa e l'altra, gli organizzatori si riunivano fra di loro per dividersi i proventi. I clienti del circuito illegale, attratti dalle quote di vincita più alte di quelle praticate dalla rete autorizzata, ammontavano a circa 15-20 per ogni evento sportivo: per una media di sette corse in un giorno, l'organizzazione raccoglieva complessivamente un centinaio di scommesse. L'attività clandestina ha anche condizionato in modo indiretto i pronostici delle corse. Secondo il regolamento per le scommesse equine, infatti, la quota di un singolo cavallo sul totalizzatore nazionale è determinata dal flusso delle puntate ufficiali che gli scommettitori effettuano sul piazzamento di cavalli con varie tipologie di giocata (vincente, piazzato, trio, accoppiata), che vengono accettate dal sistema fino a qualche istante prima della partenza della corsa. Questo determina il cavallo "favorito", cioè quello verso il quale sono state giocate le maggiori somme, che contribuiscono ad abbassarne la quota offerta. La raccolta clandestina di scommesse all'ippodromo palermitano ha quindi alterato la corretta formazione delle percentuali delle vincite regolari, incidendo sulle strategie e sulle scelte dei giocatori che si sono rivolti al circuito ufficiale. (ANSA).
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