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Gemellini picchiati
arrestati genitori

Praticamente quasi a ogni richiesta o piccolo capriccio per due gemelli di poco meno di tre anni erano botte e insulti, anche quando si trovavano legati al seggiolone: violenze che arrivavano, in casa, a Guardea, dal padre e dalla madre oggi arrestati dai carabinieri. Quando, sempre oggi, i militari sono arrivati nell'abitazione per notificare l'ordinanza di custodia cautelare alla coppia hanno portato anche dei giocattoli fatti appositamente acquistare di tasca propria dal sostituto procuratore di Terni Elisabetta Massini che ha coordinato l'indagine. Ora il padre dei gemelli, un pensionato di 65 anni, e la madre, casalinga cinquantenne, sono stati rinchiusi in carcere con l'accusa di maltrattamenti in famiglia. Ai due, italiani e incensurati, è stata sospesa la potestà genitoriale. Hanno entrambi alle spalle altri matrimoni e figli avuti dalle loro relazioni durante le quali mai erano stati segnalati episodi simili. I bambini sono stati portati via da casa dai carabinieri con l'ausilio di una neuropsichiatra infantile. Ora si trovano in una struttura protetta. Gli accertamenti sono stati avviati dopo che un carabiniere che vive a Guardea aveva ricevuto una segnalazione da una donna del piccolo centro umbro. Questa a sua volta aveva raccolto una confidenza partita dalla madre dei piccoli secondo la quale il marito picchiava i bambini. I carabinieri della compagnia di Amelia e quelli della stazione di Lugnano in Teverina hanno quindi verificato l'informazione. Quanto accadeva nella casa è stato monitorato anche attraverso intercettazioni video con telecamere nascoste. Sono state così accertate - si è appreso dagli investigatori - le violenze e gli insulti. Ai quali i gemelli - in base all' accusa - venivano sottoposti anche dopo essere stati legati in maniera stretta sui seggioloni. Dall'indagine, durata circa un mese, è emerso che il più delle volte a colpire i bambini era il padre. Comunque alla presenza della madre. Anche se la coppia aveva all'esterno un atteggiamento irreprensibile. All'arrivo dei carabinieri per arrestarla, la donna si è disperata ed è stata anche fatta intervenire un'ambulanza del 118 prima di essere portata in carcere. Ai militari ha ripetuto di non avere voluto toccare i bambini. Più lucido e freddo è invece rimasto il padre che comunque non ha fatto riferimenti a quanto successo. (ANSA)

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