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Vendita ex Gdm,
riaperto il bando

Vendita ex Gdm, si ricomincia  da zero. Il ministero dello Sviluppo  economico ha deciso di  riaprire il bando per la cessione  dei punti vendita dopo la  mancata intesa col gruppo Bonina.  La decisione era nell’aria  stante la contrapposizione che  si è registrata tra la società che  fa capo all’imprenditore barcellonese  ed i sindacati. Uno  scontro che ha particolarmente  adirato Bonina il quale annuncia  che ripresenterà l’offerta  al ministero.  «È una questione di principio,  perché questa vicenda  presenta alcuni aspetti che  non mi convincono e che ho  rappresentato nella lettera al  ministero – afferma l’imprenditore  –. Noi avevamo ottenuto  legittimamente questi punti  vendita ed è bastato un semplice  incontro a Roma con i  sindacati per farlo saltare. Una  chiusura preconcetta e mi sorge  più di un dubbio che i sindacati  volessero indirizzare  questa operazione verso altri  soggetti economici. Quindi  ognuno deve assumersi le proprie  responsabilità. Io l’ho  sempre fatto, specie quando in  mezzo ci sono i lavoratori».  Il riferimento di Bonina è  proprio ai posti di lavoro. Nella  sua offerta aveva proposto  di rilevare 7 punti vendita, il  Carrefour di Olivarella e altri 6  in Calabria, con l’impegno ad  assorbire 140 dei 500 dipendenti.  «Il ministero per lo Sviluppo  economico dà l’ok, ma  non appena i sindacati ricevono  la comunicazione ufficiale  insorgono e fanno saltare tutto.  Volevano che richiamassi  tutti i 500 lavoratori, cosa impossibile  se parliamo di cose  serie. Certo, avrei potuto prendere  questo impegno e poi dopo  due mesi avviare i licenziamenti,  ma poiché nelle mie  aziende ho sempre rispettato  la dignità della persone, ho  proposto al tavolo sindacale di  creare un bacino ad esaurimento  degli esclusi che avremmo  poi gradualmente chiamato.  Non c’è stato verso. E così  meglio far saltare tutto e lasciare  a casa anche quei 140.  Vedremo ora cosa succederà  nel nuovo bando e se ci sarà  qualche imprenditore a garantire,  realmente e soprattutto  stabilmente un numero maggiore  di lavoratori». 

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