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Cene per 30mila euro
Si dimette capogruppo Pd

 

>>>ANSA/ Costi politica: capogruppo Pd Emilia-R lascia incarico
Procura indaga per peculato, 'insussistenti mie responsabilita''
            
            (ANSA) - BOLOGNA, 3 NOV - 'Non sono uno scialacquatore di
denaro pubblico', aveva dichiarato mercoledi' scorso dicendosi
comunque pronto, 'pur da innocente', a fare un passo indietro
come presidente del gruppo Pd alla Regione Emilia-Romagna. Quel
passo e' stato ufficializzato stasera da Marco Monari con una
dichiarazione diffusa alla stampa, dopo giorni di polemiche nel
partito e una base che ha mostrato disagio anche indirizzando le
proprie critiche via fax e mail alla segreteria del partito.
   Monari e' indagato, come gli altri otto capigruppo, nell'
inchiesta della Procura di Bologna per peculato sulle spese dei
consiglieri regionali. Pochi giorni fa aveva detto di essere 'a
posto con la coscienza e col diritto', in relazione all'accusa
di aver speso 30.000 euro in 19 mesi (da giugno 2010 a dicembre
2011) in cene con i rimborsi della Regione. Pranzi o cene a
volte da diverse centinaia di euro per solo due o tre persone.
   Appena ieri, poi, dall'esame delle carte al vaglio della
Guardia di Finanza era emersa una voce attribuita a Monari e
messa a rimborso per due notti a 1.100 euro in hotel a Venezia,
per una persona con i fondi del gruppo, il 5 giugno 2011, data
che - calendario alla mano - coincide con il weekend del
tradizionale Sposalizio del mare nella citta' lagunare. Il
capogruppo Pd a stretto giro aveva smentito, ma alla richiesta
di precisare come fossero allora andate le cose, il suo staff
non ha aggiunto altro. Tutte queste spese non sono formalmente
contestate dagli inquirenti, non sarebbero state ancora
formulate imputazioni sui rimborsi ritenuti illeciti per ogni
consigliere. A breve sono attesi gli inviti a comparire. Intanto
il 22 ottobre le Fiamme gialle sono tornate negli uffici dei
gruppi in Regione per acquisire materiale sulle consulenze.
   'Ogni mia azione dal momento in cui ho assunto la guida del
Gruppo regionale del Pd - afferma Monari nella dichiarazione
diffusa stasera - e' stata ispirata all'assorbimento di tale
pesante responsabilita'. Questa e' la motivazione che mi ha
impedito di imboccare la via facile delle dimissioni di fronte a
quel processo mediatico che gia' ho dovuto denunciare. Molte,
troppe, dichiarazioni disinformate quanto contraddittorie su
indiscrezioni incontrollate e incontrollabili mi convincono che
il mio senso di responsabilita', innanzitutto nei confronti del
Partito, viene male inteso e, persino, interpretato come un mio
tentativo di nascondere a riparo di un ruolo pubblico mie
responsabilita' personali che rivendico insussistenti. In questa
situazione il rispetto che devo a me stesso, unito all'affetto
per il Partito che ho contribuito a fondare, per i colleghi
Consiglieri che mi hanno eletto, e per gli iscritti, mi impone 
di lasciare immediatamente la guida del Gruppo regionale'.
   Una decisione subito approvata dal segretario regionale Pd
dell'Emilia-Romagna (e consigliere regionale) Stefano Bonaccini,
oggi con Matteo Renzi a Modena per la presentazione del libro di
Oscar Farinetti (Eataly). 'Un gesto apprezzabile - dice - che
dimostra anche che quando l'altro giorno Marco aveva dato la sua
disponibilita', diceva una cosa seria. Adesso mi auguro che possa
tranquillamente, nelle condizioni date, riuscire a dimostrare
l'estraneita' a qualsiasi eventuale addebito'. (ANSA).

"Non sono uno scialacquatore di denaro pubblico", aveva dichiarato mercoledì scorso dicendosi comunque pronto, "pur da innocente", a fare un passo indietro come presidente del gruppo Pd alla Regione Emilia-Romagna. Quel passo è stato ufficializzato stasera da Marco Monari con una dichiarazione diffusa alla stampa, dopo giorni di polemiche nel partito e una base che ha mostrato disagio anche indirizzando le proprie critiche via fax e mail alla segreteria del partito. Monari è indagato, come gli altri otto capigruppo, nell' inchiesta della Procura di Bologna per peculato sulle spese dei consiglieri regionali. 

 

Pochi giorni fa aveva detto di essere "a posto con la coscienza e col diritto", in relazione all'accusa di aver speso 30.000 euro in 19 mesi (da giugno 2010 a dicembre 2011) in cene con i rimborsi della Regione. Pranzi o cene a volte da diverse centinaia di euro per solo due o tre persone. Appena ieri, poi, dall'esame delle carte al vaglio della Guardia di Finanza era emersa una voce attribuita a Monari e messa a rimborso per due notti a 1.100 euro in hotel a Venezia, per una persona con i fondi del gruppo, il 5 giugno 2011, data che - calendario alla mano - coincide con il weekend del tradizionale Sposalizio del mare nella città lagunare. Il capogruppo Pd a stretto giro aveva smentito, ma alla richiesta di precisare come fossero allora andate le cose, il suo staff non ha aggiunto altro. Tutte queste spese non sono formalmente contestate dagli inquirenti, non sarebbero state ancora formulate imputazioni sui rimborsi ritenuti illeciti per ogni consigliere. A breve sono attesi gli inviti a comparire. Intanto il 22 ottobre le Fiamme gialle sono tornate negli uffici dei gruppi in Regione per acquisire materiale sulle consulenze. 

"Ogni mia azione dal momento in cui ho assunto la guida del Gruppo regionale del Pd - afferma Monari nella dichiarazione diffusa stasera - è stata ispirata all'assorbimento di tale pesante responsabilità. Questa è la motivazione che mi ha impedito di imboccare la via facile delle dimissioni di fronte a quel processo mediatico che già ho dovuto denunciare. Molte, troppe, dichiarazioni disinformate quanto contraddittorie su indiscrezioni incontrollate e incontrollabili mi convincono che il mio senso di responsabilità, innanzitutto nei confronti del Partito, viene male inteso e, persino, interpretato come un mio tentativo di nascondere a riparo di un ruolo pubblico mie responsabilità personali che rivendico insussistenti. In questa situazione il rispetto che devo a me stesso, unito all'affetto per il Partito che ho contribuito a fondare, per i colleghi Consiglieri che mi hanno eletto, e per gli iscritti, mi impone di lasciare immediatamente la guida del Gruppo regionale". Una decisione subito approvata dal segretario regionale Pd dell'Emilia-Romagna (e consigliere regionale) Stefano Bonaccini, oggi con Matteo Renzi a Modena per la presentazione del libro di Oscar Farinetti (Eataly). "Un gesto apprezzabile - dice - che dimostra anche che quando l'altro giorno Marco aveva dato la sua disponibilità, diceva una cosa seria. Adesso mi auguro che possa tranquillamente, nelle condizioni date, riuscire a dimostrare l'estraneità a qualsiasi eventuale addebito". (ANSA)

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