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Usa, multe agli ospedali
con medici non vaccinati

Se si parla di vaccinazioni degli operatori sanitari contro l'influenza ci sono paesi come l'Italia, in cui appena il 15% di medici e infermieri si immunizza, e altri come gli Usa, dove il tasso è del 72% ed in continuo aumento. Ci si aspetterebbe che a rischiare una multa siano i primi e invece, come riferisce il Wall Street Journal, è al di là dell'Atlantico che stanno per fioccare le sanzioni nel tentativo di innalzare ulteriormente la copertura.

L'iniziativa è stata varata dal Cdc di Atlanta, che da questa stagione richiede a tutte le strutture sanitarie un report sul tasso di vaccinazione del personale. A quelli giudicati troppo bassi verranno applicate delle multe, sotto forma di minori rimborsi del programma Medicare, e oltre al danno pecuniario subiranno la 'vergogna' di vedere il proprio risultato pubblicizzato sui siti che censiscono la qualità degli ospedali.

'Un ospedale con 100 posti letto potrebbe avere fino a 320mila dollari di multa - spiega Nancy Foster, dirigente della American Hospital Association, al quotidiano - tutte le strutture stanno lavorando duramente per riuscire ad alzare la percentuale di vaccinati, offrendo gratis l'immunizzazione e attraverso corsi di sensibilizzazione''.

L'obiettivo dell'agenzia è portare il tasso sopra il 90% entro il 2020, e le campagne in questo senso hanno portato la copertura dal 67% della stagione 2011-2012 al 72% registrato in quella passata, mentre uno studio ha dimostrato che se viene richiesta dal datore di lavoro la vaccinazione raggiunge una copertura superiore al 95%. Tutte cifre a cui l'Italia non si avvicina minimamente, con un tasso che da noi non supera il 15% secondo una ricerca dell'Iss riferita alla stagione 2010-2011.

''Le cifre da noi sono queste, e sono imbarazzanti - sottolinea Carlo Signorelli, vicepresidente della Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva (Siti) - servirebbe una maggiore sensibilizzazione degli operatori sanitari, anche senza arrivare ai metodi 'repressivi' come quello statunitense".

In Italia gli operatori sanitari sono nelle categorie per cui il vaccino è raccomandato, anche se non è obbligatorio. ''Noi raccomandiamo la vaccinazione non solo perchè così l'operatore protegge se stesso - sottolinea Signorelli - ma soprattutto per il fatto che è a contatto con pazienti a cui il virus influenzale può portare danni gravi e persino la morte. Inoltre anche se negli adulti l'influenza difficilmente porta a conseguenze gravi, la persona contagiata non può lavorare, e questo porta ad assenze negli organici proprio in un momento dell'anno in cui le strutture sono più sotto pressione''.

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