Il brigadiere Giuseppe Giangrande, 51 anni, ferito da Luigi Preiti davanti a Palazzo Chigi il 28 luglio scorso, potrà lasciare l'ospedale di Imola e tornare a casa a Prato, prima di Natale, tra il 5 e il 15 dicembre. Lo rivela la figlia Martina in un'intervista pubblicata oggi dalla Nazione. ''E' stata una bella sorpresa - dice la giovane che aveva lasciato il lavoro per seguire la convalescenza del padre - perché ormai pensavamo che prima del nuovo anno non saremmo tornati a casa. Ma il percorso adesso è delineato e per i sanitari si può lasciare Imola''.
Martina racconta che il padre è ''stato molto contento''. ''Passeremo il Natale a casa e ci sarà un po' di relax per tutti...Anche per me, perché in questi mesi ho girato tanto''. La giovane aggiunge che tornerà anche a lavorare. ''Sì, non so ancora quando, dove e come, ma dovrò farlo, in qualche modo si deve andare avanti''. Il padre, dice, ''in questo momento è allettato per un problema che però è passeggero. Nel complesso ha recuperato l'uso del collo - spiega - delle spalle, un pochino delle braccia e muove il polso.
E' previsto per il prossimo anno un intervento che potrebbe restituirgli una qualche mobilità alle mani. Ora ha bisogno di riposo per rinforzare ciò che ha conquistato in questi mesi di duro lavoro, con cinque ore di terapia al giorno. All'inizio ci avevano prospettato la possibilità che rimanesse in quelle condizioni, invece se è migliorato così tanto è perché è uno tosto. E io, come diceva mia mamma, ho preso da lui''. Martina Giangrande parla anche dell'attentatore Preiti e del processo.
''Sono stata alla prima udienza - dice -. Eravamo a pochi passi, ci siamo guardati negli occhi. Non mi è sembrato un pazzo: uno può essere arrabbiato, depresso, ma se è pazzo lo si vede dagli occhi''.