"Nessuna svista" sulle sigarette elettroniche nel decreto Istruzione bensì la "correzione di un eccesso di proibizione", in primo luogo per la pubblicità. E' quanto spiega il presidente della commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan (Pdl), autore dell'emendamento al decreto Istruzione, ora convertito in legge, che ha cancellato il divieto di utilizzo della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici, introdotto a giugno con il decreto Iva-Lavoro.
"L'emendamento al Decreto Istruzione - spiega Galan - voleva correggere una situazione venutasi a creare con il decreto di luglio che era eccessivamente restrittivo e per esempio proibiva di fatto la pubblicità persino sulle vetrine dei negozi che vendono le sigarette elettroniche. Le norme erano più restrittive di quelle per il tabacco e il testo, che è stato riformulato tre volte, originariamente chiedeva semplicemente l'equiparazione delle sigarette elettroniche con quelle tradizionali". L'emendamento "4.25", approvato dai deputati il 23 ottobre scorso, stralcia l'ultima parte del comma 10-bis dell'articolo 51 della legge Sirchia (introdotto appunto con il dl Iva-Lavoro), con la quale erano state applicate alle sigarette elettroniche le norme "in materia di tutela della salute dei non fumatori" previste per i tabacchi. Cancellando proprio quest'ultima frase di fatto viene reso possibile 'svapare' la 'bionda elettronica' dove invece permane il divieto per le sigarette tradizionali: uffici, ristoranti, cinema, mezzi pubblici e bar. L'e-cig rimane invece vietata nelle scuole, in virtù della norma introdotta dallo stesso decreto Istruzione.
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