Troppo smog a Pechino e l'ambasciatore americano getta la spugna. Gary Locke, l'inviato di Barack Obama in Cina, ha annunciato le dimissioni: lascerà il posto all'inizio del 2014, dopo appena due anni e mezzo di servizio, per far ritorno nella sua Seattle.
Secondo il Financial Times, che cita fonti vicine alla famiglia, tra le ragioni della partenza anticipata ci sarebbe la preoccupazione per gli straordinari livelli di inquinamento nella capitale cinese: un'inquietudine analoga a quella che ha già indotto molti executive stranieri e diplomatici, specie se con famiglie e figli piccoli, ad andarsene da un Paese dove all'inizio di novembre una bimba di otto anni è morta di cancro ai polmoni.
E' infatti sempre più grave l'allarme inquinamento in Cina, con Pechino che resta tra le peggiori città al mondo per la cattiva qualità dell'aria. Smog, scarichi industriali e sfruttamento del carbone per produrre energia, lasciano il segno nella capitale del Paese del Dragone, che diventerà entro il 2025 la nazione con il più alto numero di malati da cancro al polmone. Un problema, quello dell'inquinamento dell'aria in Cina, sfociato in denunce vere e proprie per la difesa della salute, come quella di fine febbraio quando alcuni studi e ricerche sanitarie sono state coperte dal segreto di Stato.
Negli ultimi 30 anni in Cina il tasso di mortalità di pazienti affetti da cancro al polmone ha visto un incremento del 465%. Secondo l'Oms la responsabilità è principalmente del fumo (anche quello passivo) e del forte inquinamento delle città. Tra le nuove misure del ministero della Protezione ambientale cinese si pensa alla chiusura delle scuole, alla riduzione dell'orario di lavoro e ad altre iniziative necessarie per ridurre l'inquinamento. Ma nonostante gli annunci e le denunce, il livello d'inquinamento in Cina continua a peggiorare, soprattutto per l'uso del carbone come fonte di energia. Secondo uno studio la speranza di vita nella Cina del nord è di cinque anni e mezzo inferiore rispetto a quella nel sud del Paese a causa dell'ampio uso del carbone per riscaldamento.
Per la prima volta tempo fa nella città di Harbin, nel nord-est del Paese, le autorità hanno decretato la chiusura delle scuole, dell'aeroporto e di alcune strade statali a causa dello smog. Ed ancora, in tutte le città devono essere intensificati i controlli sui veicoli in circolazione. A fine ottobre, intanto, è stato annunciata un'attenta analisi degli effetti dell'inquinamento sulla salute. Entro cinque anni Pechino prevede di istituire una rete di monitoraggio, per tenere sotto controllo le polveri sottili che spesso 'schizzano' 40 volte oltre la soglia dell'Oms, a livello nazionale in 16 città, a partire da Pechino e Shanghai. In particolare, Pechino intende tagliare il consumo di carbone portandolo al di sotto del 65% del consumo totale di energia primaria entro il 2017, incrementare l'energia pulita e prevedere per le industrie un taglio delle emissioni del 30%.