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Contrasto nel cosentino
da polizia provinciale

Dall’inizio dell’anno ad oggi, le pattuglie della polizia provinciale di Cosenza hanno effettuato più di trecento controlli nei confronti di coloro che esercitavano la pesca, sanzionandone circa settanta per illeciti legati all’attività alieutica. La provincia di Cosenza si sa è una meta molto ambita per chi esercita la pesca, grazie alla peculiare conformazione orografica del suo territorio, formata da un fitto reticolato di torrenti che confluisce nei principali fiumi quali il Crati, il Savuto, il Neto, l’Esaro e il Lao, nonché dai numerosi bacini artificiali, tra i quali quelli della Sila, tra i più grandi della regione. Le attività illegali riscontrate più frequentemente: pesca senza la prescritta licenza o con licenza scaduta, dimenticanza dei documenti di pesca, pesca ad una distanza inferiore ai 40 metri da arcate di ponti e sbocchi di canali, uso di attrezzi diversi da quelli consentiti, attrezzi lasciati incustoditi, mancato pagamento del tributo annuale. Sequestrati diversi capi di trota lacustre, con peso e dimensioni inferiori rispetto a quelle per le quali è consentita la pesca; gli esemplari sono stati rimessi in libertà dagli stessi agenti. E’ stata, inoltre, rinvenuta, e successivamente sequestrata, una rete lunga circa trenta metri, all’interno di un’insenatura del lago Cecita. Tramite segnalazione pervenuta presso gli uffici del Comando, si è scoperta un’ansa del fiume Crati, in località Boccalupo, in agro di Rose, caratterizzata dalla forte moria di pesci e dalle acque stagnanti di colore verde scuro.

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