Lunedì 23 Dicembre 2024

Disoccupazione al top
Record per i giovani

Il tasso di disoccupazione a ottobre resta ai massimi, segnando lo stesso valore di settembre, attestandosi al 12,5%, il livello più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977. Lo rileva l'Istat (dati provvisori). Su base annua l'aumento è di 1,2 punti. Ad ottobre il numero di occupati, 22 milioni 358 mila, resta sostanzialmente fermo rispetto al mese precedente, mentre cala dell'1,8% su base annua, ovvero si contano 408 mila persone in meno a lavoro.

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a ottobre balza al 41,2%. Si tratta di un record storico assoluto, il valore più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia di quelle trimestrali, primo trimestre 1977. Per Per la classe di età 18-29 anni il tasso di disoccupazione si attesta al 28% (+5,2 punti su base annua), con un numero di disoccupati che giunge a 1 milione 68 mila (+17,2%, pari a 157.000 unità).

Il tasso di disoccupazione nel terzo trimestre è pari all'11,3%, in crescita di 1,5 punti percentuali su base annua. A livello trimestrale e in base a confronti annui si tratta del tasso più alto dal terzo trimestre 1977, ovvero dall'inizio delle serie storiche. E nel Mezzogiorno il tasso è al 18,5%.

Il numero degli scoraggiati, coloro che non cercano lavoro perchè ritengono di non trovarlo, nel terzo trimestre del 2013 sale a 1 milione 901 mila. L'Istat spiegando che non si era mai registrato un livello così elevato. Il numero di disoccupati a ottobre, è pari a 3 milioni 189 mila, sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente ma in aumento del 9,9% su base annua (+287 mila).

Il lavoro precario, definito dall'Istat come atipico, subisce un nuovo calo, il terzo consecutivo. Nel terzo trimestre del 2013, infatti, il numero di dipendenti a tempo determinato e di collaboratori scende a 2 milioni 624 mila, in calo di 253 mila unità (-8,8% su anno). Lo rileva l'Istat (dati grezzi). Si tratta di una diminuzione ancora più forte rispetto a quella registrata per i dipendenti a tempo indeterminato (-1,3%).

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