Storie di vigili urbani che fanno discutere per aver fatto il loro dovere. Succede che il Comune di Alì Terme ha multato se stesso per un eccesso di zelo di un vigile urbano in gonnella, contrattista ad ore. La vigilessa, M. I., ha elevato contravvenzione di 41,80 euro alla sua auto di servizio che qualcuno, dipendente o politico del Comune, ha lasciato in divieto di sosta (in realtà sono stati pagati 28.80 perché pagati entro i cinque giorni). L’autovettura, una Fiat “B r ava“, utilizzata dalla Polizia municipale, si trovava sulle strisce gialle, proprio di fronte all’ingresso del Municipio nella centralissima via Francesco Crispi. Pochi giorni prima la stessa agente di Polizia municipale, riportando d’attualità le gesta dell’intransigente vigile del film interpretato da Alberto Sordi, aveva “punito” pure il sindaco, Giuseppe Marino, per aver lasciato l’auto di proprietà, una Fiat “Punto” in sosta vietata. Giusta la sanzione. Nel caso della “Brava“, la “v igile vigilessa” ha avuto uguale determinazione autopunendosi e punendo, inevitabilmente al contempo, anche il suo “datore” di lavoro, il Comune, smentendo in questa occasione quanti dicono che spesso si fanno due pesi e due misure. La contrattista vigile forte del motto che la legge è uguale per tutti, ha elevato multa alla “Fiat Brava” di servizio sul cruscotto della quale si trovava in bella evidenza la paletta di servizio con la scritta “P o l izia municipale - Comune di Alì Terme.” Nel mirino dell’agente in gonnella, come dicevamo, è finito pure il sindaco del centro termale Marino. Per raggiungere il vicino Municipio aveva parcheggiato la sua Fiat “Punto” sulla via Crispi occupando parte della fermata dei pullman a ridosso dell’area pedonale di Piazza Prestia. Al ritorno ha trovato sul parabrezza la “sorpresa“: una contravvenzione di 84 euro. Senza batter ciglio, il sindaco ha subito pagato con l’a p p o s ito vaglia postale 58,80 avendo provveduto entro i cinque fatidici giorni. I due episodi sono accaduti nell’arco di una quindicina di giorni. Il palazzo comunale, comunque, a meno che la vigilessa decida di mettere mano in tasca per pagarsi la multa che, seppur indirettamente, si è fatta, dovrà adesso far fronte alla sanzione attingendo, ovviamente, dalle proprie casse, ma per fare ciò è necessaria una delibera di Giunta ad hoc. Come dire, il Comune dovrà prima prelevare per poi depositare la somma nello stesso cassetto. Una specie di gioco delle tre carte in modo da far quadrare il conto. Nel frattempo, la vigilessa potrebbe contestare il verbale e far ricorso contro se stessa. Una cosa è certa, qualcuno dovrà pur pagarla la contravvenzione. E siamo certi saremo noi contribuenti.