"A quanti dall'Italia si sono radunati oggi per manifestare il loro impegno sociale, auguro di dare un contributo costruttivo, respingendo le tentazioni dello scontro e della violenza e seguendo sempre la via del dialogo". Lo ha detto papa Francesco all'Angelus rivolgendosi al movimento dei forconi presente in piazza. "Difendendo i diritti!", ha poi aggiunto il Pontefice.
"In questi giorni di Natale inviti tutti, persone, entità sociali, autorità, a fare tutto il possibile perché ogni famiglia possa avere una casa". Lo ha detto papa Francesco all'Angelus, parlando "a braccio", dopo aver letto lo striscione in piazza del movimento dei forconi: "I poveri non possono aspettare".
Sono stati rafforzati, stamane, i presidi delle forze di polizia intorno a Piazza San Pietro per l'annunciato arrivo del movimento dei forconi all'Angelus di papa Francesco. Numerose le pattuglie della polizia e dei carabinieri nella zona intorno al colonnato, che si aggiungono alla costante presenza dell'Ispettorato di pubblica sicurezza "Vaticano".
Ferro, 'oggi dal Papa, non siamo violenti' - I Forconi di Mariano Ferro, l'ala 'dialogante' del movimento, sono a Roma, dove tra poco assisteranno a San Pietro all'Angelus del Papa, e alle 15.30 terranno una conferenza stampa in Piazza di Castel Sant'Angelo. "Oggi siamo dal Papa per dire al mondo che la smetta di dipingerci come violenti - ha affermato Ferro in una nota - per confermare quello che lui stesso ha dichiarato qualche giorno fa e cioè che 'i poveri non possono aspettare'. Ci aggrappiamo a tutto quello che accade intorno a noi e per questo abbiamo apprezzato quanto dichiarato dal Presidente Squinzi. Ci rimangono solo i santi, poi cosa rimane? Oggi ne parliamo a Piazza di Castel Sant'Angelo alle 15,30 durante la conferenza stampa". "Le dichiarazioni del Presidente di Confindustria Squinzi - ha aggiunto - ci fanno pensare. Più volte abbiamo fatto le stesse considerazioni, per questo condividiamo le sue parole e ci conforta sapere che non siamo i soli a pensare che quanto accade somiglia tanto ad uno sterminio insopportabile senza freni. E se è così, considerando la scarsa attenzione di un governo che non vuole sfasciare i conti e che non è interessato allo sfascio delle sue imprese, pensiamo che forse, se solo lo si volesse - conclude - sarebbe il caso di parlarne".
Il Papa regala 1000 euro a vittima usura che non può incassare -Finito nelle mani negli usurai Bernardo Raimondi, artigiano palermitano, è costretto a chiudere la sua attività. La denuncia degli strozzini e il piccolo aiuto dello Stato, infatti, non lo salvano. Disperata, la moglie, Antonina Meli, prende carta e penna e scrive al Papa una lunga lettera. Il 4 dicembre scorso, racconta il quotidiano online LiveSicilia, inaspettata, arriva la risposta del Vaticano che invia all'artigiano un assegno di 1000 euro. Ma la burocrazia si mette di traverso.
Bennardo e la moglie provano, infatti, a incassarlo presso uno sportello delle Poste italiane, le Poste, però, non possono pagarlo. I due coniugi girano di filiale in filiale: la risposta è sempre la stessa. L'assegno può essere versato in un conto corrente, che però Bennardo e Antonella non hanno. Per incassarlo si dovrebbe andare a Roma, alla filiale che lo ha emesso. E non è nemmeno possibile girarlo, perchè il titolo non è trasferibile. A risolvere il problema arriva il Vaticano che trova la soluzione: il vaglia postale.