Amnistia per le Pussy Riot. Dopo Maria Alyokhina e' stata liberata anche Nadia Tolokonnikova. Lo annuncia l'Itar-Tass, precisando che all'uscita dall'ospedale carcerario in Siberia erano ad attenderla il marito e numerosi giornalisti.
Anche Nadia e' stata liberata in seguito all'amnistia lanciata dal presidente Vladimir Putin per i 20 anni della Costituzione russa e approvata la scorsa settimana dalla Duma. Subito dopo la sua uscita di prigione, secondo quanto riferiscono via Twitter testimoni sul posto, avrebbe gridato: 'Russia senza Putin!'.
Alyokhina, che dall'agosto 2012 scontava due anni di prigione per una preghiera blasfema anti-Putin nella cattedrale di Mosca, in carcere a Nizhni Novgorod, "è stata liberata, tutti i documenti sono stati redatti e firmati", ha detto l'avvocato, e molto probabilmente già oggi tornerà a casa in treno.
Si dice "pronta al dialogo" con le due Pussy Riot la Chiesa ortodossa russa che ha avuto un ruolo importante nella loro vicenda e condanna a due anni di carcere. "Spero che le due donne potranno rivalutare alla radice l'azione da loro compiuta in Chiesa e quanto dolore hanno causato alle persone credenti", ha dichiarato oggi all'agenzia Itar-Tass Vsevolod Chaplin, capo del dipartimento per i rapporti tra il Patriarcato e la società, auspicando che le ragazze "non avranno mai più il desiderio di ripeterlo". In particolare Chaplin ha detto di vedere nella posizione di Aliokhina, liberata oggi in seguito all'amnistia approvata dalla Duma, "una certa evoluzione". Ma non ha risparmiato una stoccata ironica: "Queste dame non sono del tutto perse per il regno dei cieli. Dio le ama, come tutti i suoi figli. Ma aspetta da loro un pentimento", ribadendo che la Chiesa è aperta al dialogo con tutti, "anche con questi personaggi, se esprimeranno tale desiderio".
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