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Casinò di Taormina,
provaci ancora Ars

  Riprende oggi all’Ars il dibattito sul disegno di legge-voto perla riapertura del casinò di Taormina, con l’obiettivo di invitare il Parlamento nazionale a consentire, in merito, una o più deroghe per la Sicilia. Non tutti i deputati dell’Ars, però, sono convinti che l’iniziativa possa approdare a risultati utili, dal momento che analoga richiesta potrebbe essere avanzata da decine di altre città rivierasche della penisola aspiranti ad una casa da gioco per incrementare il turismo. Il che, alla fine, si tradurrebbe nella bocciatura o nell’insabbiamento del provvedimento votato da Sala d’Ercole. «In merito alla legge voto sui casinò in Sicilia – ha dichiarato in proposito l’on. Giuseppe Picciolo, capogruppo dei Drs all’Ars – con un ordine del giorno abbiamo richiamato le procedure previste per le regioni a statuto speciale per l’istituzione delle case da gioco. È evidente – ha aggiunto, con chiaro riferimento all’intervento in materia dell’avvocato dello Stato Glauco Nori - come sia sufficiente un decreto legislativo del Consiglio dei Ministri sulla base di una richiesta della Commissione paritetica tra Stato e Regione per istituire il casino a Taormina, dunque senza un passaggio parlamentare ». «Con il nostro ordine del giorno, sottoscritto anche dai deputati Lino Leanza, Marcello Greco, Marco Forzese, Edy Tamajo e Salvatore Lo Giudice – ha spiegato Picciolo – si impegna il governo Crocetta ad avviare presso la Commissione paritetica l’iter per l’emanazione del decreto legislativo». La nota dell’on. Picciolo è sottoscritta anche dal deputato Nino Germanà del Ncd, entrambi primi firmatari del ddl sul casinò a Taormina e promotori della iniziativa di rinascita della casa da gioco in Sicilia. Una norma della Paritetica, infatti, come ha ricordato l’avvocato generale dello Stato, trattandosi di norma paracostituzionale, non può essere impugnata né bocciata dalla Corte costituzionale, che, eventualmente, deve limitarsi a verificare la legittimità della procedura e non potrebbe interferire sul suo contenuto.

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