Celso Cioni ha abbandonato la Banca d'Italia da una porta secondaria quindi dribblando tutti i giornalisti e non dando ulteriori spiegazioni in riferimento al suo gesto. Cioni non avrebbe partecipato neppure alla riunione con il Prefetto.
Cioni in un messaggio agli organi di informazione spiega di aver voluto 'lanciare il grido di dolore dei piccoli commercianti di questa martoriata città che, costretti dal terremoto a lasciare i propri negozi senza ottenere alcun sostegno e facendo debiti, si sono ricollocati alla meglio e sono disperati, con le banche che li tengono quotidianamente sotto pressione.
'Molti - prosegue il messaggio di Cioni - sono esasperati e ricorrono a medici e psicologi o a psicofarmaci per sostenere questo stato di cose di cui non hanno colpe. Come sapete ci sono casi di suicidi. Per questo inizio sciopero fame e sete e chiedo che il governo riveda le condizioni del sistema bancario almeno nei paesi del cratere e della città che è ancora militarizzata e domando se qui possono applicarsi le stesse regole di luoghi dove non è successo nulla. Se verranno forzate le porte del bagno dove sono barricato ho con me benzina e accendino. Basta con questa situazione che non meritiamo. Basta'.
Il blitz è scattato mentre con altri suoi colleghi era impegnato in una riunione nella filiale stessa. "Stavamo in una riunione e si stava parlando delle regole bancarie che entrano in vigore a febbraio - ha riferito il presidente Fida-Confcommercio L'Aquila, Angelo Liberati - e lì si è capito che vanno a scapito dei piccoli commercianti e delle piccole imprese. A quel punto Cioni si è alzato e se ne è andato".