Due ore e mezzo di colloquio nella sede del Pd per siglare un accordo che porti alla modifica della legge elettorale per rafforzare il bipolarismo e frenare il potere di interdizione dei piccoli partiti. Ma, più in generale, a riformare l'architettura Costituzionale. Silvio Berlusconi e Matteo Renzi firmano un'intesa ampia che consente al segretario Dem di poter contare sui voti di Forza Italia in Parlamento al pacchetto di riforme in dirittura di arrivo. La presentazione ufficiale sarà fatta lunedì in una direzione ad hoc del Pd. L'incontro non tradisce le aspettative. La zona intorno al Nazareno è off limits per tutti, esclusi i giornalisti. Il Cavaliere si presenta puntuale alle 16 insieme al fedele Gianni Letta, il suo braccio destro ma soprattutto fine tessitore della trattativa (insieme a Denis Verdini) che ha portato non solo all'incontro tra i due leader, ma anche al via libera ad un accordo che raggiunge contemporaneamente due obiettivi: consente a Matteo Renzi di poter intestarsi la messa a punto concreta di un pacchetto di riforme e, contemporaneamente, fornisce a Silvio Berlusconi l'occasione di tornare di nuovo sulla scena politica. Che l'ex premier non vedesse l'ora di incontrare il sindaco fiorentino non è un mistero, ancora di più nella sede nazionale del Pd in modo da poter ricevere, è questo il ragionamento fatto da giorni con i suoi, il riconoscimento che merita come leader del centrodestra. Gli elogi non mancano: Matteo è sveglio e simpatico - ha spiegato ai big che lo attendevano al rientro a palazzo Grazioli - spero che finalmente il Pd oltre alla faccia cambi anche il resto. Nella riunione non si è andati nel tecnicismo della legge, per quello ci penseranno poi gli sherpa di entrambi i partiti, ma è chiaro che l'intesa ampia sulle Riforme allontana la possibilità che si torni alle urne a maggio. Lo ha capito anche l'ex capo del governo che si prepara a giocare la sua battaglia all'interno delle Aule parlamentari. La proposta di legge elettorale a cui guardano sia Renzi che l'ex capo del governo mira a salvaguardare il bipolarismo aprendo però la discussione anche agli altri partiti. Un modo - spiegano i fedelissimi dell'ex capo del governo - per tendere una mano ad Alfano in vista di una futura alleanza. I due leader, come se si fossero messi d'accordo anche sulla tempistica con cui parlare dell'esito dell'incontro, si alternano con le dichiarazioni finali. Il sindaco fiorentino apre la conferenza stampa nella sede del Nazareno e parla di ''profonda sintonia'' con Berlusconi per "una legge elettorale verso un modello che favorisca la governabilità, il bipolarismo e che elimini il potere di ricatto dei partiti più piccoli". A fargli da eco il Cavaliere che in una nota (diramata anche ai Tg con un videomessaggio) ha calcato la mano sulla necessità di non perdere più tempo nel fare le Riforme: "Siamo lieti - sottolinea Berlusconi - di prendere atto del cambiamento di rotta del Pd", in particolare sulla modifica del Titolo V e sul bicameralismo: "si tratta - ricorda - di riforme che il centro-destra da me guidato ha sempre ricercato e che la nostra maggioranza aveva approvato in Parlamento già nel 2006, ma che fu la sinistra a vanificare, attraverso un referendum". (ANSA) |
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