Si celebra oggi la Giornata della memoria, in ricordo delle vittime dell'Olocausto. Ad Auschwitz 69mo anniversario della liberazione del campo di sterminio. A Roma commemorazioni con Napolitano e la Boldrini.
Gli insulti e le minacce contro la sinagoga di Roma e altri luoghi della comunità ebraica sono "una miserabile provocazione". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la celebrazione della Giornata della Memoria al Quirinale.
"Lasciate innanzitutto - ha detto Napolitano all'inizio del suo discorso - che io sbarazzi subito il campo dalla miserabile provocazione che è stata appena tentata contro tutti noi. Gli autori, che spero possano essere rapidamente individuati, di un insulto assimilabile solo alla stessa ripugnante materia usata in quei pacchi - ha aggiunto il presidente della Repubblica riferendosi alla testa di maiale recapitata alla sinagoga - non hanno nulla a che vedere con la Roma e i romani che per sentimento umano e civile, consapevolezza democratica, educazione e cultura, sono fraternamente accanto agli uomini e donne di origine e religione ebraica, stringendosi ad essi in un abbraccio di solidarietà - ha concluso Napolitano - e in un impegno di lotta rigorosa contro ogni forma di antisemitismo".
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante le celebrazioni della Giornata della Memoria, ha invitato a mantenere la "vigilanza contro ogni insorgenza di antisemitismo, comunque camuffato" ma anche contro tutti "gli innocenti e gli indifesi di sempre" tra cui egli inserisce anche "gli stranieri". Napolitano ha sottolineato che "la difesa della pace e dei diritti umani sono le basi fondamentali della nostra democrazia. Una democrazia che non può in nessun momento ignorare i rischi cui possono essere esposti, anche tornare ad essere esposti, 'gli innocenti e gli indifesi di sempre'" ha detto il presidente riprendendo un'espressione usata poco prima da Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche. Napolitano ha quindi elencato gli "innocenti e indifesi" che aveva citato Gattegna, e cioè "gli ebrei, i Rom, i Sinti, i disabili, i malati di mente, gli omosessuali". A braccio Napolitano ha voluto fare una postilla: "E io aggiungo anche gli stranieri".
"Le armi della cultura e dell'istruzione" vanno "privilegiate" per opporsi al negazionismo nei confronti dell'Olocausto: così Napolitano, accennando alla legge che si sta discutendo in Senato e che introdurrebbe il reato di negazionismo.
Letta, difendere verità,mai più indifferenza - "Il dovere della memoria non si conclude col Novecento: oggi tocca alla mia generazione, nata dopo la seconda guerra mondiale, fare tesoro delle testimonianze dei sopravvissuti, difendere la verità storica, e soprattutto educare i giovani a non rimanere mai più indifferenti".Lo afferma il premier Enrico Letta, in un messaggio che compare sull'home page del sito del governo in occasione della giornata della Memoria. "È con questo spirito - prosegue il presidente del Consiglio nel suo messaggio - che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha promosso il programma 2014 per le celebrazioni in ricordo della Shoah. In questa giornata, porto con me il ricordo indelebile del Museo Yad Vashem a Gerusalemme, che ho avuto l'onore di visitare la scorsa estate come Presidente del Consiglio. Proprio Yad Vashem e il suo Giardino dei Giusti ci ricordano inoltre che la memoria non riguarda solo il male assoluto, ma deve includere la "banalità del bene" di quanti, in campi e schieramenti diversi, pur rischiando la vita, si sono opposti al progetto di sterminio e hanno aiutato i perseguitati". "Tenere alta la guardia - conclude Letta - contro ogni forma di antisemitismo, razzismo e discriminazione, ricordare la lezione dei Giusti tra le Nazioni: questi sono i due compiti essenziali che il Giorno della Memoria impone a noi, cittadini italiani ed europei".
Renzi: non è un film, non accada mai più - Quanto avvenuto nei campi di concentramento "non è un film o una storiella" e i racconti di chi ci ha vissuto "ci dicono che queste cose sono accadute e che dipende da noi che non accadano più". Lo ha detto il sindaco di Firenze Matteo Renzi rivolgendosi agli studenti delle scuole toscane riuniti al Mandela forum di Firenze per commemorare la Giornata della Memoria. "Sulla politica potete pensare cosa volete - ha continuato - ma non potete dimenticare che i vostri nonni hanno vissuto una pagina di storia che noi diciamo che non deve più tornare". "Ci dicono che la politica ha dei lussi e che ci sono delle persone che rubano - ha continuato - c'è un lusso grandissimo della politica, e non è l'auto blu ma è poter conoscere storie che ti cambiano il modo di vivere". Renzi ha detto quindi che il suo modo di pensare è cambiato dopo un viaggio ad Auschwitz con un ex deportato: "torniamo a credere che il futuro sarà più bello se lo scriviamo insieme"
Kyenge, mai abbassare la guardia - "Questa giornata è importante e non riguarda semplicemente il passato, é una giornata che ci deve mettere tutti di fronte alle nostre responsabilità". Così il ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge durante un'iniziativa a Roma in occasione della Giornata della Memoria. "La responsabilità di poter intervenire - spiega - difendere e soprattutto abbattere tutti i giorni gli stereotipi e i muri che rischiano di diventare conflitti. Questa è la responsabilità nostra, delle istituzioni e degli studenti. Non dobbiamo mai abbassare la guardia".
Corona fiori davanti lapide a Palatucci - Una corona di fiori è stata deposta davanti alla lapide che ricorda la prigionia nella Casa circondariale di Giovanni Palatucci, ultimo Questore italiano di Fiume, "Giusto tra le Nazioni", "Servo di Dio" e "Medaglia d'oro al Merito Civile". Il Cappellano provinciale della Polizia di Stato, don Paolo Rakic, ha benedetto la lapide e la corona ricordando che Palatucci, nato in provincia di Avellino nel 1909, fu assegnato alla Questura di Genova. Alla promulgazione delle leggi razziali del 1938, Palatucci, in servizio all'Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, divenne il protettore in particolare degli ebrei, con la cui comunità fiumana aveva rapporti di stima e di amicizia, salvando la vita a più di 5 mila ebrei, avviandoli a un campo di raccolta in provincia di Salerno dove era Vescovo uno zio, che li prese sotto la propria protezione. L'8 settembre 1943 Giovanni Palatucci rimase da solo a reggere la Questura di Fiume e un anno dopo fu arrestato dalla Gestapo e condannato a morte, ma la pena gli fu commutata nel carcere a vita. Trascorse due giorni nella struttura di Trieste e da lì fu tradotto nel campo di sterminio di Dachau, dove mori il 10 febbraio 1945, all'età di neanche 36 anni. Alla cerimonia hanno partecipato il Questore di Trieste, Giuseppe Padulano, il Direttore del carcere, Ottavio Casarano, e altre autorità locali.