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Rinviata al 10 febbraio
udienza Corte Suprema

La seduta, durata una ventina di minuti, e' iniziata con la richiesta della Pubblica accusa di un rinvio, subito contestata dall'avvocato Mukul Rohatgi, a nome del team italiano. Il legale ha quindi chiesto al giudice Chauhan il permesso di di esporre le sue ragioni. Ha ricordato che il caso si trascina da due anni e che la decisione di usare la legge anti terrorismo Sua Act contraddice quanto stabilito dalla sentenza della Corte del 18 gennaio 2013, oltre a violare la garanzia del governo indiano sulla non applicabilita' della pena di morte nell'incidente che ha coinvolto Massimiliano Latorre e Salvatore Girone il 15 febbraio 2012. Rohatgi ha poi accennato alla confusione tra i ministeri della Giustizia e degli Interni e che, secondo fonti stampa, quest'ultimo ha autorizzato la polizia Nia a incriminare i maro' in base al Sua Act "nello stesso giorno in cui la Corte esaminava il ricorso italiano". Ha poi ricordato al giudice che il caso sta danneggiando le relazioni diplomatiche con l'Italia e anche con l'Unione Europea. "Abbiamo quasi trovato una soluzione" ha detto il Procuratore Vanvahati chiedendo ancora 2 o 3 settimane di tempo. La richiesta ha sollevato le vivaci reazioni del legale che ha suggerito di autorizzare il rientro in Italia dei due Fucilieri in attesa che vengano presentati i capi di imputazione. A questo punto, il giudice Chauhan ha deciso di rinviare la seduta al 10 febbraio precisando pero' "di non essere disponibile a dare un'ulteriore proroga". Sul possibile rimpatrio degli imputati, la Pubblica accusa ha ricordato al giudice che un anno fa, dopo la concessione di una licenza per le elezioni, "i maro' non sono tornati". L'avvocato Rohatgi ha pero' ribattuto che "sono rientrati nei tempi stabiliti" e su questo battibecco si e' conclusa l'udienza. (ANSA).

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